Sono diversi giorni che ormai la parola ripartenza risuona da ogni dove. Stiamo assistendo a diversi dibattiti tra i politici di ogni partito, tra la politica e una parte delle associazioni di categoria, tra le opinioni dei diversi intellettuali che attraverso videoconferenze dicono la propria sulle possibili soluzioni da attuare per affrontare nel miglior modo possibile la pandemia che stiamo affrontando. Twitter e Facebook sono stati trasformati, come previsto, in veri e propri palcoscenici dove ognuno espone la propria visione e suggerisce come superare la situazione attuale. Tralasciando i complottisti che pensano a questo virus come una montatura da parte di non si sa chi, quello che sembra mettere quasi tutti d’accordo è l’incertezza su cosa avverrà nel breve termine e su come affronteremo la cosiddetta fase-2 che sembra ormai non essere tanto lontana.

Vista la mancanza di dati certi sullo sviluppo di un vaccino, per molti i punti critici sembrano essere la ripresa del lavoro e il ritorno alle normali attività sociali riuscendo comunque a non contagiarsi. Con i numeri ancora alti (seppur in calo) dei contagi, come risaputo il problema non riguarda solo le categorie o le regioni più a rischio. Nemmeno la scienza, nonostante i passi da gigante fatti durante queste settimane, sembra darci una stima di quando verranno superate tutte le fasi per riuscire ad avere un vaccino in commercio. Ancora, nonostante le buone notizie che sembrano arrivare dai laboratori di ricerca, la cosa su cui tutti siamo più o meno d’accordo è che per gran parte del 2020 dovremmo imparare a convivere con il Covid-19. Da settimane quindi ci chiediamo in cosa consiste la cosiddetta fase due e di come verrà implementata.

RISPETTO E RESPONSABILITÀ INDIVIDUALE

Una citazione del Dalai Lama dove richiama tutti verso l’attenzione alle 3“R” (rispetto per te stesso, rispetto per gli altri, responsabilità per le tue azioni) e un concetto più moderno come quello della responsabilità individuale, potrebbero aiutarci a identificare i fattori chiave per una fase-2 efficace. L’attenzione a questi elementi uniti ad una maggiore chiarezza del Governo come i punti cruciali per il futuro.

Le forze di maggioranza del Governo dovrebbero puntare su una solida responsabilità individuale dei cittadini mettendoli a conoscenza di obiettivi chiari e misurabili, precisando in concreto come intende agire e puntualizzare i limiti logistici, infrastrutturali e sanitari del paese o di ogni singola regione. Di fatto questo sono cose che attualmente sembrano essere poco chiare alla maggior parte della popolazione. Se non si rende chiara la situazione, difficile che si riesca ad indirizzare la maggior parte dei cittadini verso azioni virtuose nei confronti di sé stessi e di tutta la comunità. Limitarsi a correggere il comportamento delle persone poco responsabili non sarà sufficiente quando molte attività saranno ripartite.

Nessuno riesce ancora ad intendere se il paese sarà preparato a convivere con il Covid-19, di quanto dovrà essere il reale fabbisogno di mascherine giornaliero, quando e in che modo saranno erogate, entro quando e se avremo il supporto necessario per tutelare noi stessi e gli altri. Queste sono solo alcune domande che la maggior parte delle persone continua ad avere.

Sembriamo ben lungi da poter avere dei dati significativi sui contagiati in ogni zona del paese o su quanti tamponi potranno essere esaminati ogni giorno una volta iniziata la fase-2. Il modo in cui il Governo sta agendo concretamente per affrontare la pandemia nei prossimi mesi sembra a tutti poco chiaro.

Impensabile che a qualcuno venga in mente di chiedere precisazioni su strategie assodate, tantomeno propendere verso soluzioni rapide e impossibili; è importante però rendere chiaro un piano su come si possano raggiungere degli obiettivi concreti. In questo periodo storico e per affrontare questa emergenza, un atteggiamento machiavellico potrebbe travolgerci in una catastrofe ancora più grande.

SIAMO PARTE DELLA STORIA

Un ragionamento di Tiziano Terzani dove suggerisce che se non si conosce la storia si riesce a capire poco del presente, potrebbe orientarci verso una breve lettura sulle epidemie che ci hanno colpito in passato. Il colera a Napoli, ad esempio, dopo circa un mese tornò molto più forte di prima. Tra le cause principali la conoscenza limitata dei metodi di trasmissione del virus ebbe un ruolo fondamentale. Nonostante si parli di metà ‘800 circa, un’analogia su una possibile fiamma di ritorno dei contagi, sebbene dovuta a cause differenti, sarebbe da prendere in considerazione soprattutto a fronte di un sistema sanitario poco preparato. Per non rischiare gli stessi errori commessi ad inizio epidemia, urge ricordarci che con i nostri progressi e le nostre vulnerabilità siamo parte della storia.

Ogni singolo deve fare la propria parte, ma finché non si avrà un obiettivo chiaro e comune, potremmo rischiare di rendere ancora più lenta e pericolosa la nostra ripresa.