…è la festa della Liberazione dalla guerra e dalla dittatura fascista, è la festa nazionale della Repubblica Italiana, è il compleanno della nostra democrazia, la nascita della pace nazionale.
“Cittadini, lavoratori! Sciopero generale contro l’occupazione, contro la guerra, per la salvezza delle nostre terre, delle nostre case, delle nostre officine”, così diceva la voce di Sandro Pertini che annunciava alla radio la fine del fascismo; la stessa voce che decenni dopo, il giorno dell’elezione al Quirinale, diceva: “Si vuotino gli arsenali, sorgente di morte, si riempiano i granai, sorgente di vita”. C’è una continuità indissolubile tra la Liberazione e il ripudio della guerra.
Nome: Liberazione
Data: 25 aprile 1945
Luogo: piazze d’Italia
Maternità: Resistenza antifascista
Paternità: Pluralismo politico
Questi sono i “dati anagrafici” del 25 aprile.
La Repubblica democratica, cresciuta ed educata nei valori della Costituzione, è l’espressione massima di tutto ciò che è civile (dal latino civilis, cioè cittadino). Il termine “civile” nel vocabolario ha un’accezione come sostantivo: civile, “status del cittadino in contrapposizione a militare”. I fondamenti democratici, tra cui il ripudio della guerra e la difesa della patria, vengono affidati dalla Costituzione “al cittadino”.
C’è bisogno di rendere manifesta la politica costruttiva di pace. L’antifascismo è nonviolento. La nonviolenza è antifascista.
Il 25 aprile del 2014, all’Arena di Pace e Disarmo, sventolavano due grandi striscioni:
La Liberazione oggi si chiama disarmo
La Resistenza oggi si chiama nonviolenza
Il fascismo cammina su due gambe: la violenza e il militarismo.
Dunque l’antidoto è costituito da nonviolenza e antimilitarismo.
Solo la coerente politica nonviolenta può togliere terreno all’avanzamento della sub-cultura del “me ne frego”. È la cultura del “I care”, me ne importa, mi sta a cuore, il motto di don Lorenzo Milani: un’indicazione valida ancor oggi per contrastare il dilagare di fascismo, razzismo, xenofobia, paura, ignoranza, bugie.
Proprio in occasione del 25 aprile 2014 lanciammo dall’Arena di Verona la proposta di Legge di iniziativa popolare per l’Istituzione del Dipartimento della Difesa civile, non armata e nonviolenta. La Campagna “Un’altra difesa è possibile” è un modo coerente per celebrare la Festa della Liberazione che ripudia la guerra. Obiettivo della Campagna, infatti, è quello di dare ai cittadini uno strumento per la Difesa civile, non armata e nonviolenta – ossia la difesa della Costituzione e dei diritti civili e sociali che in essa sono affermati; la preparazione di mezzi non armati di intervento nelle controversie internazionali; la difesa dell’integrità della vita, dei beni e dell’ambiente dai danni che derivano dalle calamità naturali, dal consumo di territorio e dalla cattiva gestione dei beni comuni – anziché finanziare strumenti di morte come cacciabombardieri, sommergibili, portaerei, che lasciano il Paese, la comunità, la salute di tutti, indifesi dalle vere minacce che lo colpiscono.
Il 25 aprile 2020 la Liberazione compie 75 anni. È in quest’occasione che vogliamo rilanciare la Campagna “Un’altra difesa è possibile” per trasformare l’Italia da Patria armata in Matria disarmata.
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