Chi lo ricorda più? E invece fu uno degli eventi che rese ancora più tragica l’orrenda macelleria della Grande Guerra!
Le contraddizioni sempre più esplosive della società europea ottocentesca non potevano che sboccare nell’immane conflitto mondiale del 1915. I governi e le industrie erano sempre più protesi in una gara per la realizzazione di nuovi sistemi d’arma, nascevano l’aeroplano, il carro blindato, il sommergibile, e le armi chimiche: tutte innovazioni nelle quali erano coinvolti in maniera crescente gli scienziati, che avevano realizzato il grande balzo nella scienza e nelle sue capacità.
L’Impero Germanico e la rivoluzione della chimica tedesca
Mi sembra importante qualche premessa.
La Germania, ricordiamolo succintamente, raggiunse l’unità nazionale nel 1871 con la costituzione dell’Impero Tedesco sotto la guida della Prussia, e dimostrò immediatamente la propria superiorità tecnologica sbaragliando l’esercito di Napoleone III (mentre si consumò l’esperienza della Comune di Parigi). Negli ultimi decenni dell’800 fu l’epicentro della Seconda Rivoluzione Industriale, che ebbe fra i settori trainanti dell’innovazione la ricerca e l’industria chimica. Uno dei chimici tedeschi più prestigiosi fu Fritz Haber (1868-1934), un personaggio complesso e semplice allo stesso tempo, che forse si potrebbe definire sinteticamente come un predecessore del Dottor Stranamore: “ La stessa personalità di Haber sembra consistere di due facce contraddittorie: il talento e l’aridità morale. … Haber si fa accanito sostenitore del più acceso nazionalismo, fino al punto di rinnegare l’origine ebraica con la conversione al cristianesimo” 1 .
Nel progresso impetuoso della chimica in Germania le nuove industrie (Basf, Bayer, ecc.), oltre ad avere costruito grandi laboratori moderni e avere assunto un gran numero di chimici con preparazione universitaria, avevano stabilito relazioni dirette con le rispettive università e politecnici (una prerogativa del sistema di istruzione superiore tedesco).
Così Haber, al Politecnico di Karlsruhe, con il chimico Carl Bosch della BASF, nel 1910 dopo anni di ricerche realizzò la sintesi dell’ammoniaca (NH 3 ) dai suoi componenti azoto e iderogeno (detta anche “fissazione dell’azoto atmosferico”), che segnò una svolta decisiva per lo sviluppo di una industria chimica di nuova generazione: i fertilizzanti sintetici, nitrati, si riveleranno infatti indispensabili per il superamento di una grave crisi della produzione agricola causata dal blocco inglese alle importazioni di guano dal Sud America.
Haber e lo sviluppo degli aggressivi chimici
Haber salutò con entusiasmo la Prima Guerra Mondiale, unendosi ad altri 92 scienziati, studiosi e artisti tedeschi nel firmare nell’ottobre 1914 il Manifesto dei Novantatre, “Appello al Mondo Civilizzato”, nel quale si negavano gli addebiti alla Germania per l’aggressione al Belgio neutrale ( http://www.educational.rai.it/materiali/file_moduli/50959_635542521570548692.pdf ).
I grandi progressi della chimica in Germania si prestavano in modo particolare per le applicazioni militari. Nel 1914 Haber collaborò ad impiegare i nitrati nella confezione degli esplosivi: dall’ammoniaca infatti è possibile ottenere non solo fertilizzanti, ma anche acido nitrico, la base degli esplosivi. L’idea della guerra chimica non era nuova: la Gran Bretagna aveva fatto esperimenti con armi chimiche qualche anno prima, utilizzandole forse già nella Seconda guerra boera, mentre nell’agosto 1914 i francesi attaccarono, senza successo, le postazioni tedesche con lo xilil bromuro, una sostanza prodotta per la polizia di Parigi che aveva lo stesso effetto del gas lacrimogeno. Questo episodio verrà sfruttato da Haber come giustificazione per dimostrare che erano stati i francesi a dare il via alla guerra chimica.
Ma Haber aveva in mente un progetto di gran lunga più ambizioso: armi che abbiano il potere di traumatizzare il nemico fino a demoralizzarlo e costringerlo alla resa. Fu Haber in persona che convinse lo Stato Maggiore ad impiegare gas tossici, vietati da Convenzione dell’Aja del 1907 , di cui la Germania era firmataria. Quel Fritz Haber che nel 1918, appena 3 anni dopo la nobile impresa che mi accingo a raccontare, venne insignito del Premio Nobel per la chimica con una sconsiderata motivazione che riconosceva il «grande beneficio per l’umanità» delle sue scoperte! Quando si dice una motivazione azzeccata! In tema di Premi Nobel, Walter Nernst (1864-1941), Nobel per la Chimica 1920, aveva già proposto nel 1914 l’uso di polvere irritante nei proiettili schrapnel , che però si dimostrò inefficace: così tornò al suo istituto e lasciò la guerra chimica.
Fritz Haber alla direzione del Kaiser Wilhelm Institute, a Dahlem, sviluppò la produzione di cloro e fosgene. Sotto la sua direzione fu creata nel 1915 prima unità di Gastruppe. Haber sosteneva un curioso “principio umanitario”, che l’arma dei gas avesse un valore tattico, poiché bloccava i movimenti della truppa, abbreviando la guerra stessa e quindi salvando vite umane.
Dal febbraio 1915 Haber supervisionò personalmente i preparativi per l’attacco di gas tossico vicino alla città belga di Ypres: 5.730 bombole di gas di cloro prodotto dalla BASF, rilasciato da recipienti in pressione, lungo 6 km di fronte, 150 tonnellate di gas cloro. Il 22 aprile 1915 furono colpiti 2 battaglioni di algerini inesperti e 7 compagnie di volontari della riserva alla prima esperienza sul fronte: una nube acre, di colore giallo-verde e alta come una muraglia si propagò sul campo di battaglia, sospinta dal vento di nord-est, appena la nube si diradò, 1.200 francesi, forse anche di più, giacevano avvelenati nelle loro trincee.
Festa amara per Haber rientrato a Berlino: quella stessa notte la giovane moglie, Clara Immerwhar – sua ex allieva, prima donna laureata in chimica in Germania, scienziata brillante ma oscurata dal marito – si suicidò con la pistola di ordinanza di Haber. Ma questi non poteva perdere tempo, senza neanche andare al funerale della moglie ripartì per il fronte, dove era previsto un nuovo attacco con i gas.
La guerra chimica dilaga
Sebbene l ’attacco chimico tedesco non avesse avuto l’effetto decisivo che Haber si aspettava, cadde ogni riserva all’uso delle armi chimiche e si scatenò immediatamente una corsa a questi armamenti di tutti i governi belligeranti, guidata dai militari, con l’impegno decisivo degli scienziati chimici (in Francia fu un altro Nobel per la Chimica 1912, Victor Grignard, il padre della produzione di fosgene) .
Non è il caso qui di farne la storia 2 . I gas erano inaffidabili poiché dipendevano dalle condizioni meteorologiche variabili, per cui di passò ai proiettili d’artiglieria contenenti agenti chimici. Si valuta che circa un terzo di tutti i proiettili di artiglieria contenesse agenti chimici, 66 milioni di proiettili durante la Grande Guerra! Dal cloro si passò al fosgene, al gas mostarda, ecc. Sono impressionanti le fotografie che si trovano in abbondanza di soldati con maschere antigas, perfino muli con la maschera, nonché quelle drammatiche delle file di morti nelle trincee.
Alla fine della Grande Guerra si valuta che le vittime di attacchi chimici siano state circa 850.000 3 (ripartite più o meno fra 419.000 soldati russi, 190.000 per la Francia, 100.00 per l’Austria-Ungheria, 73.000 per gli Stati Uniti, 60.000 per l’Italia).
È molto significativa la dimensione di questa impresa bellica, alla fine della guerra nella sola Germania erano circa 1.000 i chimici impiegati nelle armi chimiche (150 nel solo Kaiser Wilhelm Institute di Haber): la Big Science viene di solito ascritta la Progetto Manhattan per la fabbricazione della bomba atomica, ma probabilmente dovrebbe essere anticipata di 20 anni.
Bisogna sottolineare anche le pesanti eredità ambientali lasciate dalle armi chimiche e i rischi che ancora sussistono a un secolo di distanza, residui pericolosi, molti siti sono ancora sconosciuti.
Il dual-use dell’industria chimica
Gli sviluppi successivi della guerra chimica sono stati molti e drammatici, dagli usi del Giappone in Cina, allo spaventoso Agente Orange irrorato dagli Stati Uniti nell’aggressione al Vietnam, più recentemente Iraq, Siria.
Di dual-use – civile-militare – si parla di solito per la tecnologia nucleare, ma è sempre stato vero per l’industria chimica. L’ammoniaca permise la produzione tanto di fertilizzanti azotati come di esplosivi. «Con estrema semplicità è possibile trasformare la produzione di un innocuo fertilizzante in quella di un potente gas nervino» 4 ; «I gas nervini hanno generato i pesticidi» 5 , gli uni non meno devastanti degli altri, guerra agli uomini e alla natura!
Quanto ai trattati internazionale di proibizione, nel 1925 il Protocollo di Ginevra, entrato in vigore nel 1928, proibiva l’uso di armi chimiche e batteriologiche, ma non la loro produzione, stoccaggio e trasferimento, né prevedeva controlli: comunque non venne ratificato dagli USA. È d el 13 Gennaio 1993 la Chemical Weapons Convention , o CWC.
1#. Un’efficace descrizione della mentalità, che definirei “scientifico-nazionalista-paranoica”, di Fritz Haber è fornita da Cristina Talamo, “Il caso Fritz Haber: quando la scienza rinuncia al codice etico”, Stoccolma a Roma, Giornale Scientifico per Sapienza Università di Roma, 14.04.2016, http://www.stoccolmaaroma.it/2016/fritz-haber-nobel-la-chimica/. Nonostante il suo ripudio dell’origine ebraica, “Haber conoscerà la sua nemesi con l’avvento del nazionalsocialismo, quando la professione di fede patriottica esibita in guerra non basterà a risparmiargli l’ostilità che monta contro gli ebrei. … Nel 1933 … sarà Hitler in persona a giudicare irricevibile la richiesta [di risparmiargli la sorte degli ebrei]. Haber è perciò costretto all’esilio.”
2#. Si può vedere Fred Langer, “Fritz Haber e il primo attacco chimico della storia moderna”, Focus, 04.04.2017, https://www.focus.it/cultura/storia/fritz-haber-il-primo-attacco-chimico-della-storia-moderna.
3#. Chi fosse interessato alla storia della guerra chimica può consultare la raccolta recente più completa a cura di B. Friedrich ed altri, One Hundred Years of Chemical Warfare: Research, Deployment, Consequences, Springer Open, 2017.
4#. Associvile, Volontari Protezione Civile Genova, https://www.associvile.it/utilit%C3%A0/principali-aggressivi-biologici/.
5#. Antonio Cianciullo, “Dai gas nervini all’attacco dei campi. Un secolo di storia dei pesticidi”, https://www.cambialaterra.it/2017/11/dai-gas-nervini-allattacco-dei-campi-un-secolo-di-storia-dei-pesticidi/.