Non sappiamo che effetto pratico avrà nell’immediato, se la pandemia da Covid-19 imporrà la chiusura delle scuole anche in questo paese, ma in prospettiva la decisione adottata il 30 marzo dal Ministro dell’Istruzione della Sierra Leone è importantissima.
Il governo del presidente Julius Maada Bio ha abolito un decreto del 2010 che impediva alle ragazze incinte di prendere parte alle lezioni e agli esami, “per non influenzare negativamente le altre alunne”. Il divieto era effettivamente entrato in vigore nell’aprile 2015, in piena crisi del virus Ebola.
In un paese dove l’educazione sessuale non era considerata una priorità e con elevatissimi tassi di maternità infantile, quella misura non era altro che una punizione carica di stigma e di disapprovazione morale.
Al posto di quel brutale divieto saranno adottate due nuove politiche, sulla “inclusione radicale” e sulla “salute complessiva” nel sistema scolastico.
A spingere il governo della Sierra Leone a cambiare rotta ha contributo la sentenza emessa il 12 dicembre 2019 dalla Corte di Giustizia della Comunità Economica degli Stati dell’Africa occidentale, che aveva dato ragione a un ricorso presentato dall’Ong sierraleonense Wawes, da Equality Now e dall’Istituto per i diritti umani e lo sviluppo in Africa, appoggiato da Amnesty International.