Lago Rosa, Senegal. Un tempo conosciuto come lago Retba, è uno dei laghi piu’ salati al mondo. Ha una concentrazione di sale maggiore di quella del Mar Morto ed era in origine una piccola estensione dell’oceano Atlantico. Siccità e cambiamenti climatici hanno fatto in modo che questo braccio di mare si isolasse e diventasse un vero e proprio lago, salato.
Conosciuto in tutto il paese e gettonato dai turisti per il suo colore, tra l’arancione e il rosso, questo lago rappresenta un’importante fonte di reddito. Se sulla sponda ovest i turisti flottano tra acque salate e sogni da occidentali, più a sud immigrati maliani e guineani passano 5-6 ore al giorno immersi nelle stesse acque, tanto belle quanto pungenti.
Sono i ramasseurs, i raccoglitori di sale. Con un bastone cercano, grattano, setacciano il fondale cristallino e ora dopo ora caricano le piccole piroghe che diventano sempre più pesanti, sempre piu’ bianche. A fine giornata, con un po’ di fortuna, riescono a raccogliere anche una tonnellata di sale grezzo. Sulla piroga, lo stretto indispensabile per arrivare a sera. Un telefonino, qualcosa da mangiare, un pacchetto di sigarette.
Un tempo erano le donne ad occuparsi della raccolta del sale, ma in seguito a numerosi casi di aborto spontaneo è stata loro vietata questa attività lavorativa. E cosi’ si sono spostate dall’altra parte della “filiera” e si occupano oggi dello scarico. Sono immigrate provenienti per lo piu’ da Mali e Guinea Conakry, anche se capita spesso di trovare assieme a loro ragazzini ancora minorenni. Per ogni catino svuotato un guadagno pari a 20 centesimi di euro.
Al calar della sera i grossisti, a bordo di costosi 4×4, arrivano a controllare il lavoro svolto. Principalmente senegalesi ma anche maliani, conferiscono il carico al porto di Dakar, direzione Europa, oppure organizzano i camion diretti in Mali e Burkina Faso, dove c’è un enorme bisogno di sale, soprattutto per la conservazione del pesce. Venticinque chili sono acquistati a meno di due euro. Sui sacchi la scritta “Sel d’or”, sale d’oro del Senegal.
di Lucia Michelini