La giustizia, i diritti, l’ambiente, la comunicazione sociale i focus dell’iniziativa con oltre 70 associazioni aderenti
“Non c’è pace senza giustizia sociale”, non c’è pace se tutti gli uomini del mondo non godono degli stessi diritti, se si fugge dalla guerra e si ricevono divieti e lacrimogeni, se si cerca la verità e si viene imprigionati, se si alza la voce e non si viene ascoltati.
Questo il messaggio che si leva dalla Tappa di Reggio Calabria della Marcia per la Pace e la Nonviolenza che si è svolta domenica 1 marzo. Centinaia le persone che hanno percorso, in un corteo allegro e colorato, Arghillà, quartiere bellissimo per il suo panorama ma violentato dall’incuria e dal degrado. Le oltre 70 associazioni aderenti hanno rappresentato una città viva e attenta ai grandi temi della pace internazionale e del disarmo nucleare, e soprattutto alla questione della giustizia sociale e dei diritti negati. Si vive una “pace disturbata” in molte delle nostre città, dove alla bellezza naturale dei luoghi si accompagna abbandono e miseria.
Un percorso accuratamente studiato per richiamare l’attenzione su luoghi simbolici e per segnare importanti “tratti” di impegno e partecipazione. La prima sosta è stata presso lo scheletro della palestra pubblica, completata e inaugurata diversi anni fa, ma mai entrata in funzione e ora in rovina. Un bene “negato” alla cittadinanza e soprattutto ai giovani. I marciatori hanno poi proseguito nelle vie più interne dove sono più evidenti le ferite del quartiere e proprio qui, nell’orto urbano, è stato piantato un melograno, l’ “Albero della nuova identità”; una nuova “vita” proprio accanto al centro multifunzionale “La Piazzetta”, che presto ospiterà anche uno sportello del poliambulatorio medico gratuito ACE. Poi nella Piazza dell’integrazione tra i popoli, dove si è svolto un momento di dialogo interreligioso tra le varie comunità di fede diverse che hanno aderito, è stata apposta la targa in ricordo della tappa, sulla quale si legge “In cammino per i diritti sociali, per la giustizia sociale e ambientale”. Infine il corteo si è fermato a Ecolandia, ex fortino militare trasformato in un parco ludico-ambientale, dove è stato piantato un boschetto di ulivi da parte delle associazioni aderenti.
La Marcia è stata una grande testimonianza di impegno e speranza, e ha lasciato segni tangibili in un luogo dove gli abitanti stanno portando avanti un’opera di normalizzazione e chiedono il doveroso sostegno della cittadinanza e delle istituzioni. Un territorio, quello di Arghillà, che è un balcone sullo Stretto, racchiuso tra mare e montagna, tra l’Aspromonte e quel Mediterraneo che oggi più che mai ci pone nuove istanze, ci chiede di aprirci, di condividere, di lottare insieme.
Rafael de la Rubia, presidente del Comitato internazionale, che non è potuto essere presente per la nota situazione di emergenza che il paese sta vivendo, in collegamento telefonico ha salutato i marciatori reggini, ribadendo il messaggio di pace, integrazione, dialogo che la manifestazione ha portato in tutto il mondo.
Soddisfazione è stata espressa dagli organizzatori. “La nostra poteva sembrare una scommessa difficile, in questa fase di allerta sanitaria, – ha dichiarato Nuccio Barillà, referente del coordinamento reggino – ma grazie soprattutto all’impegno di tante realtà sociali e alla passione civile di chi opera concretamente per l’ “altra” Arghillà è stata una scommessa ampiamente vinta per quantità, qualità e varietà di presenze. Adesso abbiamo l’obbligo di non fermarci e di animare il cantiere sociale che abbiamo aperto”.
L’iniziativa è proseguita lunedì 2 marzo presso l’Accademia di Belle Arti, dove nel pomeriggio è stata inaugurata, in collaborazione con la Consulta degli studenti, la mostra “Da un’economia della guerra a un’economia della pace”. L’esposizione raccoglie opere partecipanti al Concorso Spot School Award, dedicato alle campagne di comunicazione sociale e rivolto agli studenti del settore. Nelle passate edizioni ha trattato questioni come il traffico delle armi, le guerre dimenticate, la difesa dell’ambiente. La comunicazione, infatti, rappresenta uno strumento fondamentale per sensibilizzare la società, attraverso messaggi forti che colpiscano e inducano a cambiare i propri comportamenti o ad alzare la soglia di attenzione. Presente all’evento l’ideatore del concorso Gerardo Sicilia, che ha presentato la nuova edizione insieme a Lidia Liotta, Loredana Ierace, Bruna Mangiola, rappresentanti cittadini rispettivamente di Legambiente, Caritas e Aisla, associazioni che quest’anno propongono i temi su cui dovranno confrontarsi i partecipanti: i cambiamenti climatici, l’odio in rete, il sostegno ai figli e ai famigliari dei pazienti di Sla. In questa direzione va anche l’impegno della Consulta, come ha spiegato il suo rappresentante Filippo Toscano, che proporrà lavori di comunicazione sociale in occasione della Corrireggio 2020, tradizionale appuntamento organizzato dalla sezione locale di Legambiente.
La tappa di Reggio Calabria è stata una grande occasione di confronto, che ha coinvolto in vario modo la cittadinanza e intrecciato collaborazioni e nuovi legami che certamente continueranno ad operare insieme per il bene comune.
Tiziana Volta, referente per l’Italia della Marcia, ha commentato così l’iniziativa della città dello Stretto: “Ognuno potrà essere testimone della speranza che la Nonviolenza può trasmetterci per arrivare a quella tanto sospirata Pace, quella del nostro animo che ci fa scoprire la bellezza in ciò che ci circonda. Stiamo già pensando a una Marcia italiana della Marcia Mondiale da effettuarsi nei prossimi mesi, dove far vivere gli eventi che in questo momento non sono possibili e tanti altri nel segno della Pace, della Nonviolenza, della Gioia e dell’Allegria”.
I momenti più significativi della tappa di Reggio Calabria saranno trasmessi durante l’evento conclusivo della Marcia che si terrà il prossimo 8 marzo a Madrid.
Coordinamento Reggio Calabria Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza