Con la recente dichiarazione di pandemia da parte dell’OMS riguardante il COVID-19 c’è stata una intensificazione delle tensioni a causa della rapida diffusione globale della malattia, con precauzioni nel limitare i viaggi, i grandi assembramenti e il panico. Ciononostante, una delle più grandi esercitazioni militari in Europa dai tempi della Guerra Fredda, il Defender 2020 Europe, è ancora in programma nei prossimi mesi. Le esercitazioni prevedono di riunire 37.000 soldati e 7.000 guardie nazionali dei paesi NATO per simulare uno scenario di guerra in tutta Europa.
Le critiche lanciate contro gli addestramenti sono state innumerevoli, mettendo in evidenza il fatto che i sistemi di trasporto europei daranno priorità ai trasferimenti militari a scapito di quelli civili, con il rischio di danneggiare le strade e l’ambiente circostante, oltre a contribuire al cambiamento climatico. Inoltre tali addestramenti non fanno altro che destare allarme, indirizzando minacce verso la Russia nell’Est, comprese le esercitazioni vicino ai suoi confini nei paesi baltici. L’ulteriore militarizzazione dell’Europa, che sottrae risorse ai programmi sociali al fine di finanziare le forze armate, rende il continente un luogo pericoloso e tutt’altro che sicuro.
Tuttavia negli ultimi tempi una preoccupazione sovrasta tutte le altre: la diffusione del Covid-19. Esercitazioni militari simili sono già state cancellate: quello che rimaneva dell’“Exercise Cold Response 20” nel Circolo Polare Artico è stato annullato questa settimana dallo Stato Maggiore norvegese, così come il resto dell’“Exercise Juniper Cobra 20” tra Stati Uniti e Israele (è stata la seconda esercitazione di questo genere tra i due Stati a essere cancellata).
A partire dal 12 marzo, gli Stati Uniti hanno deciso di “ridurre” la loro partecipazione al Defender 2020 a causa del COVID-19, ammettendo che il virus ha già costretto il comandante dell’esercito americano in Europa, il generale Christopher Cavoli, a mettersi autonomamente in quarantena probabilmente dopo essere stato infettato. Tuttavia la portata di questa riduzione rimane ignota e l’attenzione principale resta focalizzata su “obiettivi di addestramento di massima priorità”. Nel frattempo, il capo di stato maggiore polacco è risultato positivo al COVID-19 dopo il suo ritorno da un raduno dell’esercito in Germania.
È chiaro che queste esercitazioni vanno contro il parere delle istituzioni sanitarie nazionali e internazionali e dei governi stessi. I grandi raduni delle forze militari rischiano di diffondere la malattia non solo tra i soldati, ma anche nella maggior parte della popolazione europea, dato che i soldati non saranno completamente isolati. L’esercitazione militare del Defender 2020 non è diversa da quelle che sono già state cancellate – infatti, più ampia è l’estensione delle esercitazioni con il coinvolgimento di un numero maggiore di paesi, più alto sarà il rischio di aumentare l’esposizione e i casi di trasmissione in tutta Europa.
Allo stesso modo, le risorse impegnate nelle esercitazioni del Defender 2020 potrebbero essere utilizzate in modo molto più efficace per combattere la vera minaccia per l’Europa, ossia la diffusione della pandemia. Immaginate se i governi potessero impiegare il denaro che avrebbero speso per condurre inutili esercitazioni per rafforzare i loro sistemi sanitari, fornire attrezzature per i test, investire nella ricerca per combattere il virus garantendo alle istituzioni sanitarie la possibilità di disporre delle attrezzature necessarie per curare le persone già infette.
Se le argomentazioni contro il Defender 2020 non fossero già abbastanza valide, il virus COVID-19 dovrebbe dargli il colpo di grazia. È tempo di annullare gli addestramenti militari e cercare strategie alternative e più efficaci per mantenere la pace in Europa.
Traduzione dall’inglese di Maria Rosaria Leggieri