Le ultime restrizioni emanate dal Governo Conte per contenere il contagio del Covid-19 hanno messo in stand-by non sono le attività commerciali, uffici e (alcune) fabbriche, ma anche progetti di volontariato e associazioni che lavoravano nei territori.
Non tutte le realtà però si sono arrese al blocco: la Scuola Pop di Pescara, il servizio di doposcuola gratuito per bambin* e ragazz* della Rete Oltre il Ponte, ha deciso di continuare a stare accanto agli alunni, come segno di resistenza e vicinanza alle famiglia più bisognose, continuando a dare una mano, per via telematica, nello svolgimento dei compiti.
Diana Del Sordo, referente della scuola popolare e insegnante volontaria, ci racconta come continua l’azione di resistenza e di solidarietà.
Diana iniziamo subito dal principio: che cos’è la scuola pop? Quando è nata, chi l’ha lanciata, come era gestita, quanti alunni ci sono, di che età e di cosa avevano bisogno nello specifico.
La Scuola Pop trae origine da un progetto nato in seno alla Rete Oltre il Ponte, una Rete di persone e Associazioni sorta a Pescara nell’agosto 2018 al fine di mettere in campo iniziative di vario tipo per combattere il razzismo, il fascismo, l’omofobia oltre all’obiettivo della tutela ambientale.
In questo contesto la Scuola Pop viene avviata agli inizi di marzo 2019 in collaborazione con ALIS (Associazione Lavoratori Immigrati Senegalesi) una delle varie Associazioni della Comunità senegalese tra Pescara e Montesilvano e lo SPAZ (Centro di Aggregazione Giovanile) già attivo e strutturato dal 2017 con diverse attività sul territorio di Pescara.
Grazie all’adesione di divers* insegnant* su base volontaria e alla disponibilità dello SPAZ che, con spirito di grande collaborazione, ha messo a disposizione spazi adeguati per la didattica. Le lezioni vengono avviate nei giorni di lunedì, mercoledì e venerdì nella fascia oraria 16/19.
Lo scopo è quello di fornire un’assistenza allo studio completamente gratuita non solo a bambin* e ragazz* stranier*, minori sotto tutela ma anche agli italiani. La finalità è quella di supportarli nello svolgimento dei compiti ma anche quella di offrire un sostegno nell’apprendimento della lingua italiana.
Vengono anche attivati corsi di alfabetizzazione agli adulti di varie nazionalità al fine di favorirne una più rapida integrazione.
Sin dall’inizio abbiamo avuto un discreto numero di bambin* e ragazz* senegalesi ai quali si sono aggiunti ragazz* albanesi, pakistan* e alcune madri dei bambin* senegalesi che frequentavano la Scuola.
La prima fase della Scuola Pop si è conclusa a fine luglio 2019 con un numero complessivo di circa 20/22 frequentanti.
Ci sono stati dei problemi nell’avviamento del progetto?
Durante questa prima esperienza noi operatori abbiamo riscontrato da parte di diverse famiglie la difficoltà a raggiungere la scuola per problemi logistici.
Pertanto dopo averne ampiamente discusso in diverse riunioni svolte nell’ambito della Rete Oltre il Ponte ci eravamo proposti due obiettivi.
Il primo: di ripartire con l’assistenza allo studio nel periodo invernale 2019-2020; il secondo: di cercare anche un’altra sede nel territorio di Montesilvano per venire incontro alle necessità di molte famiglie.
Siamo così entrati in contatto con l’ Associazione MiRiCreo, un’Associazione attiva sul territorio e strutturata da diversi anni. Con grande entusiasmo e spirito di cooperazione l’Associazione ha subito messo a disposizione i locali idonei per l’attività di doposcuola.
In entrambi le sedi di Pescara e Montesilvano l’attività didattica è ricominciata agli inizi di novembre 2019. Sia l’adesione degli insegnanti volontari che quella degli studenti è aumentata in modo significativo e ad oggi abbiamo raggiunto un numero di frequentanti di circa 40 presso la
sede di Montesilvano e di circa 15 presso la sede di Pescara e stiamo ricevendo tuttora altre richieste.
In entrambi le sedi la fascia di età è compresa tra i 5 e i 50 anni.
Come avete gestito la restrizione dovuta dal Coronvirus? Gli alunni come hanno reagito?
A seguito del primo Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri nel quale veniva disposta l’immediata chiusura di tutte le scuole di ogni ordine e grado sull’intero territorio nazionale, all’inizio ci siamo trovati in una sorta di confusione e di incertezza generale.
Eravamo tutti impreparati a fronteggiare una simile emergenza.
Tuttavia, dopo la prima settimana, abbiamo ricontattato le famiglie e gli insegnanti e di comune accordo abbiamo deciso di creare in entrambi le sedi due gruppi whatsapp denominandoli “Scuola Pop on-line”.
La maggior parte delle famiglie, de* bambin*, ragazz* ha accolto l’iniziativa con grande entusiasmo e con sollievo. Ci hanno detto che in questo modo si sarebbero sentiti meno isolati ed abbandonati.
Quant* ragazz* adesso continuano a seguire la scuola telematicamente? Tutt* l* bambin* hanno a disposizione computer/tablet/smartphone per continuare la scuola?
Quasi nessun ragazz* ha a disposizione un computer o un tablet ma tutt* hanno uno smartphone (alcun* utilizzano quello dei genitori) e sanno lavorare con l’applicazione whatsapp.
Quindi ciascun insegnante che si è reso disponibile sta seguendo uno o due bambin* o ragazz* utilizzando questo strumento. Naturalmente per qualsiasi dubbio c’è sempre uno scambio di telefonate e video chiamate tra insegnante e studente.
Quindi le lezioni continuano a svolgersi regolarmente almeno due volte a settimana dal momento che gli studenti devono continuare a fare i compiti che ricevono dalla scuola.
La nuova metodologia è stata molto apprezzata sia dai genitori che da* ragazz* perché oltre al sostegno didattico viene vissuta anche come un sostegno psicologico in questo momento di grande difficoltà e di isolamento sociale. Infatti ci confrontiamo spesso sia tra noi operatori ma anche con le famiglie e i ragazzi per discutere di eventuali problematiche e di come affrontarle.
Circa il 70% del* student* viene seguito mediante l’utilizzo di questa modalità. Tuttavia alcun* preferiscono farsi aiutare dai fratelli o sorelle più grandi. Quasi tutte le madri hanno sospeso i corsi di alfabetizzazione per dare la priorità alle esigenze scolastiche dei figli.
Prima ci hai detto che tra gli alunni ci sono anche bambin* e ragazz* di altre nazionalità, oltre a quella italiana. Come se la stanno passando le famiglie di fronte all’emergenza?
Oltre ad alcun* student* italian* abbiamo molti bambin* e ragazz* di diverse nazionalità, ossia senegalese, tunisina, filippina, bengalese, cinese ed albanese.
In questo momento di grave crisi per tutti naturalmente molti genitori non stanno lavorando.
Molti di loro lavorano in fabbrica, nei mercati oppure sono venditori ambulanti.
Queste attività sono attualmente sospese. Tutte le famiglie sono chiuse nelle loro abitazioni anche e soprattutto per rispettare le Direttive del Governo.
In questo periodo di difficoltà economica tuttavia le Associazioni si stanno muovendo per offrire un aiuto concreto a coloro che si trovano in difficoltà.
Ad esempio ALIS, in collaborazione con CGIL ha attivato diversi progetti di sostegno alle famiglie. La stessa Associazione ha da sempre attivo un presidio denominato “Commissione Sociale” al quale i membri dell’associazione possono rivolgersi telefonicamente per qualsiasi tipo di problematica. L’associazione provvede a mettere in campo tutte le soluzioni possibili per superare le difficoltà.
Da parte nostra, oltre allo svolgimento regolare delle lezioni, cerchiamo anche di trasmettere sempre un messaggio positivo e di ottimismo a tutti nella convinzione che questo momento passerà e che potremo riprendere la nostra vita sociale e riattivare la scuola facendo tesoro anche di questa “esperienza”.