Domani è la giornata mondiale dell’acqua e il mondo è sconvolto da una tragedia globale. Vent’anni fa cominciammo a parlare di acqua e denunciarne la crisi mondiale, il suo esaurimento, l’inquinamento devastante e l’altrettanto devastante siccità per effetto dei mutamenti climatici.
Abbiamo parlato di 1 persona su 3 che non ha accesso ad acqua sicura e di 1 su 9 privo di servizi igienici, di 1000 bambini che muoiono ogni giorno per l’acqua infetta, di 2,5 milioni che muoiono ogni anno per questo. L’acqua è nell’indifferenza globale in testa alla macabra graduatoria dei decessi.
Una guerra, una pandemia, oggi usiamo questi termini: la guerra e la pandemia dell’acqua, una realtà da decenni.
Denunciammo la criminale selezione tra gli esseri umani che avrebbe comportato la privatizzazione dell’acqua e nel 2011 promuovemmo un referendum per fermarla con 27 milioni di voti. E la gente normale, di sinistra e di destra, capì.
Nove anni dal referendum nei quali la cultura della privatizzazione ha devastato la democrazia e tutto ciò che è pubblico, creando ciò che De Rita (Censis) ha definito: La dittatura dell’io.
Le istituzioni internazionali, le multinazionali, la grande politica e i media asserviti hanno imposto le privatizzazioni al mondo e l’hanno condotto nella rovinosa situazione di oggi, che il coronavirus ci sbatte in faccia.
Nel nostro paese la sanità pubblica è stata devastata e la rete idrica, gran parte privatizzata, perde il 60% dell’acqua. Sulla rete autostradale crollano ponti e gallerie.
Il virus, così ci dicono, è uscito da una foresta cinese con un pipistrello venduto al mercato, domani potrebbe uscire da qualche altra foresta violentata in un altro paese, da qualche altro animale o da un allevamento intensivo vicino a casa nostra.
Non può tornare tutto come prima.
Milano, “vicino all’Europa. Milano che ride e si diverte” come cantava Lucio Dalla e che piace tanto ai milanesi di sinistra… che fa? Il cementato cresce al ritmo del 15% all’anno e bruciano i rifiuti tossici come a Napoli.
E la Lombardia del coronavirus? Già. La Lombardia accumula primati: prima in Europa per l’inquinamento dell’aria e i decessi che ne derivano, prima per il disastro ambientale dell’area dei fiumi Seveso, Lambro e Olona, prima per decessi da coronavirus.
La Lombardia con il Po che a febbraio era già in secca come nell’agosto del 2019 e rischia di mettere in ginocchio il paese quanto il virus, il lago di Como e di Garda con il 25% in meno di acqua. La Lombardia con i fiumi, ci dice ISPRA, con la presenza di 26 tipi di veleni e le falde con il glifosato. Che fa?
Il pianeta ci dice che il tempo è scaduto e “il paradigma del XXI secolo è Salvare il Mondo”. Questa dimensione avrebbe dovuto cambiare tutto il modo di fare politica e dar vita a movimenti.
Odio citarmi, ma così scrivemmo io e Claudio Jampaglia nel 2010 in un libro dal titolo “Salvare l’Acqua”.
Il virus, troppo pochi lo dicono, ha lo stesso segno della crisi idrica, dei mutamenti climatici, del vento che abbatte milioni di alberi in Veneto/ Trentino, degli incendi che bruciano l’Amazzonia, la Siberia, l’Australia.
E’ figlio dell’aria inquinata che uccide ogni anno 20 milioni di persone nel mondo, e più l’aria è inquinata, come in Lombardia, e più l’aggressività del virus sembra manifestarsi. E’ figlio della globalizzazione delle piattaforme produttive… Un pezzo in Cina, l’altro in India, ecc…
E’ il sistema che oggi non regge più. In tanti vedono che tutto è interconnesso, che la tua salute dipende dalla salute degli altri.
Siamo in braghe di tela per i tagli alla spesa pubblica, per le privatizzazioni sanitarie, per i brevetti sui farmaci e i costi imposti dalle multinazionali: né più né meno come per l’acqua potabile, per la siccità, il clima e il dissesto ambientale. Cambiare tutto.
Prevenire le emergenze epocali, rilanciare il valore del pubblico, credo sia un primo obbiettivo. C’è bisogno di politica universale, non solo di competenze, ma credo che la politica odierna non sia in grado di assolvere tale compito.
Dovremmo metterci insieme: associazioni, sindacati, movimenti culturali, sociali di uomini donne e generi diversi, in un rete, come in un nuovo Forum Sociale Mondiale non per fare la sommatoria dei contenuti congeniali ad ognuno, ma per decidere, con pochi obbiettivi fondamentali: I DIRITTI ALLA VITA.
Un Forum che non si limiti a noiosi incontri di esperienze, ma promuova alcune campagne mondiali, trasversali nei contenuti, da articolare nelle realtà territoriali: sulla sanità pubblica, sull’acqua pubblica per riparare e costruire nuove reti, sulla scuola, la ricerca, i farmaci e i brevetti. Da perseguire tutti assieme, in tutti i paesi, con lo stesso linguaggio che parla per UNIRE L’UMANITA’. Un Forum che non si pavoneggia in estremismi elitari che escludono.
Quello per l’acqua è stato l’unico movimento che ha parlato il linguaggio del XXI secolo, ha anticipato l’enciclica Laudato Sì e il messaggio di Greta Thumberg. Il suo modello può interpretare ciò che di solidale si agita nella gente in questi giorni….in tutto il mondo.
Buona giornata mondiale dell’acqua.
Emilio Molinari