Appena 388 soggetti deceduti «con» il coronavirus nelle ultime settimane in Cina. Erano 2873 il primo marzo 2020 (quasi tutti, il 96%, nella provincia di Hubei), ne sono stati rilevati 3.261 ieri 21 marzo, nell’ultimo conteggio diffuso dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO).
Se proprio non si può dire che il virus Covid-19 abbia cessato i suoi effetti letali, si può certamente sostenere che da quelle parti ha decisamente frenato la sua virulenza.
L’epidemia è durata, insomma, poco più di due mesi.
Anche in Italia, il fenomeno, quindi, non potrà che cessare.
Se consideriamo che, alla data del 23 febbraio, in Italia i casi di persone soggette al Sars-Cov-2 erano solo 76 ed i deceduti 2 – indicando predetta data come inizio dell’episodio virale nel nostro Paese -, è lecito supporre che per fine aprile anche dalle nostre parti finirà l’incubo che stiamo vivendo.
Dobbiamo “resistere”, “appena” un mesetto ancora … !
Ma finirà comunque, finirà “tutto” bene !
E dopo ?
Dopo potremo e dovremo continuare come prima ?
Sarebbe una pazzia !
Vale a dire non aver imparato la lezione, perché, sia chiaro, i virus, come i batteri, popolano il pianeta e quindi ritorneranno a … colpire.
Dunque, la lezione qual è ? Dico quel che io ritengo che sia.
La prima è sicuramente quella che c’è bisogno di investire massicciamente sulla Sanità, dopo decenni di tagli insensati, solo per rispettare i vincoli ed i patti economici e scellerati. Riaprire gli ospedali pubblici chiusi per risparmiare, ma solo sulla … salute. Assumere medici e infermieri, investire didatticamente sull’educazione sanitaria ed alimentare.
La Ragioneria Generale dello Stato si vantava in un rapporto pubblicato nel luglio 2019 che « la dinamica della spesa sanitaria corrente ha subito nel tempo un forte rallentamento » attestandosi, nel 2018, ad appena il 6,6 % del PIL.
Per fare un paragone, AltraEconomia un paio di giorni fa ci ricorda che negli ultimi tre anni la spesa militare in Italia è aumentata del 26% (raggiungendo l’1,4% del PIL).
Poco più su ho detto di educazione alimentare. Qui, entriamo nella seconda lezione.
Ci avete fatto caso ? Dati alla mano, desunti dalle cartelle cliniche dei deceduti, l’Istituto Superiore di Sanità ieri ha scritto, tra tanto altro, che il 73,8% dei deceduti erano affetti da ipertensione arteriosa. In buona sostanza, se quei soggetti non avessero sofferto di ipertensione arteriosa, pare che probabilmente non sarebbero deceduti con la complicità del virus Sars-Cov-2 o coronavirus.
Per difendersi dall’ipertensione arteriosa non serve la mascherina chirurgica, ma serve, soprattutto e non solo, convertirsi alla sana alimentazione. Il nemico numero uno degli umani è il sale da cucina, chimicamente identificato con la formula NaCl, ossia da SODIO e CLORO.
Non per caso, infatti, la settimana scorsa si è svolta la “Settimana mondiale per la riduzione del consumo di sale”. Non per nulla l’Organizzazione Mondiale della Sanità sostiene che di eccessivo consumo di sale muoiono 2,5 milioni di persone all’anno nel mondo.
Ho preso alcune scatolette dalla dispensa poco fa ed ho letto le etichette: In ognuna di queste è scritta la quantità di sale contenuta, per porzione.
E’ difficile trovare un prodotto che indichi meno di un grammo.
E’ più facile trovarne alcuni che raggiungono e superano i due grammi (carne e pesce in scatola).
Dunque, se consideriamo che noi consumiamo tanto pane, contenente circa 2 grammi di sale ogni 100 grammi, saliamo l’insalata e la pasta, consumiamo conserve alimentari (le scatolette della foto), comprendiamo chiaramente che superiamo abbondantemente, addirittura raggiungendo più del doppio, i 5 grammi di sale che, al massimo, potremmo consumare quotidianamente, per stare in riga con le “raccomandazioni” della O.M.S. !
Si tratta di un suicidio lento !
Non serve la fattura del mago, non c’è vaccino che basti, serve tagliare i consumi di sale [1].
Arriviamo alla terza ed ultima lezione.
Perché si registrano più morti, prevalentemente, nella Pianura Padana ? Ebbene, osserviamo che il 78,4% dei positivi vive tra Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto; zone ad alto livello di inquinamento dell’aria, in particolare di polveri sottili ( PM10 e PM2,5 ).
« La relazione tra i casi di COVID-19 e PM10 suggerisce un’interessante riflessione sul fatto che la concentrazione dei maggiori focolai si è registrata proprio in Pianura Padana mentre minori casi di infezione si sono registrati in altre zone d’Italia », sostiene gente di scienza come quelli del SIMA, società italiana di medicina ambientale.
In particolare, aggiungono, che « si evidenzia come la specificità della velocità di incremento dei casi di contagio che ha interessato in particolare alcune zone del Nord Italia potrebbe essere legata alle condizioni di inquinamento da particolato atmosferico che ha esercitato un’azione di carrier e di boost ».
Ebbene, domani, passata l’emergenza dovremmo ridere di meno di Greta Thumberg e ridurre
- l’uso delle autovetture private,
- degli idrocarburi, del carbone fossile,
- degli allevamenti intensivi,
- pure i consumi dei combustibili per il riscaldamento degli edifici.
Se non impariamo la lezione … il prossimo Covid-20 è, e resterà, in agguato !
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Credits : Photo by Fusion Medical Animation on Unsplash
[1] Più che di sale è meglio dire di SODIO, perché il cloro svolge azioni benefiche, quindi quando compriamo facciamo la spesa (o anche l’acqua) è bene leggere le etichette e, meglio ancora, preferire il prodotto fresco a quello industriale e conservato (pieni, appunto, di sale). Pure per quanto riguarda l’acqua, al supermercato è bene leggere quanti milligrammi ne contiene, quindi è bene scegliere quella iposodica, cioè a basso contenuto di sodio.