Le associazioni del Tavolo asilo sono estremamente preoccupate da quanto sta accadendo ai confini dell’Europa, dove stiamo assistendo a massicce violazioni dei diritti umani e al completo fallimento delle politiche europee in materia di asilo.
Le immagini dei migranti in fila o letteralmente aggrappati alle coste greche o alle frontiere bulgare, e quelle della guardia costiera che sperona le precarie imbarcazioni cariche di profughi per impedire che sbarchino sul suolo europeo, la morte di un bambino a causa di questi atti disumani, rappresentano inaccettabili violazioni del principio, proprio del diritto internazionale, del non respingimento dei richiedenti asilo e dei rifugiati e del diritto d’asilo previsto dalle Costituzioni e dalla Carta di Nizza, nonché una violazione delle direttive europee in materia di protezione internazionale che consentono a tutti l’accesso per far esaminare le proprie richieste di protezione o d’asilo.
La scelta fatta da tutti gli Stati dell’Unione Europea di sottoscrivere un accordo con il governo turco nel 2016 al fine di scaricare sulla Turchia l’onere dell’accoglienza dei profughi in gran parte provenienti da Siria, Afghanistan e Iraq, erogando ogni anno al governo turco, come contropartita, enormi finanziamenti tratti dai bilanci nazionali, non è stata soltanto sbagliata, ma anche controproducente. Si è infatti fornita al presidente turco un’arma di ricatto efficacissima: milioni di persone che potrebbero tentare di arrivare in Europa se il regime decidesse di aprire le frontiere, come paventa anche in questi giorni per ottenere sempre più risorse.
Non si può restare inerti davanti alla cancellazione della civiltà giuridica dell’Europa. Le politiche di esternalizzazione delle frontiere attuate dagli Stati UE finiscono per produrre crimini contro l’umanità: investire sulla militarizzazione dei confini, sugli accordi di riammissione, su rimpatri e controlli di frontiera nei Paesi d’origine e di transito, rinunciando alla cultura dei diritti e alimentando il business dell’immigrazione irregolare, ci ha sottomesso alla legge del più forte, quella che il leader turco non ha remore ad imporre.
L’Unione Europea intervenga subito ai sensi di quanto prevede il Trattato sul funzionamento dell’Unione (art. 78.3) attuando un piano di ricollocazione straordinario e urgente dei richiedenti asilo che giungono in Grecia e Bulgaria per sottrarre alla violenza e all’arbitrio le decine di migliaia di esseri umani che hanno diritto ad essere accolti e a chiedere asilo in Europa. Il Piano deve prevedere quote adeguate e va attuato con procedure celeri e senza l’applicazione di requisiti legati alla nazionalità al fine di evitare irragionevoli discriminazioni e determinarne il fallimento, come purtroppo già è avvenuto nel 2015 con le misure allora assunte a favore di Grecia e Italia e rimaste quasi del tutto inattuate.
Per il Tavolo Asilo Nazionale: