Sia la Camera dei Deputati che il Senato cileno hanno approvato lo scorso 4 marzo la riforma costituzionale che garantisce la parità di genere nel processo costituente. Ciò significa che la stesura della nuova Costituzione verrà realizzata in modo paritario da uno stesso numero di donne e di uomini.
La proposta ha avuto il via libera martedì da una commissione parlamentare mista ed è stata in seguito approvata da entrambe le camere nel corso della giornata di mercoledì.
Il meccanismo in questione aumenta le quote femminili al 50%. Le donne guideranno tutte le liste di candidati alla Convenzione costituente, alternando i loro nomi con quelli degli uomini, e anche l’ultimo nominativo iscritto in ogni lista dovrà essere quello di una donna.
Nel caso in cui la parità non si rifletta nei risultati finali, verrà applicata una regola di parità di assegnazione dei posti, che correggerà l’esito degli scrutini. La procedura sarà la seguente: la persona che ha avuto il minor numero di voti all’interno del genere che risulta essere sovrarappresentato verrà sostituita in ogni circoscrizione elettorale dalla persona, dello stesso partito, che ha avuto il maggior numero di voti nell’altro genere.
La discussione di questo progetto di legge è stata segnata durante la giornata dalle proteste nelle tribune della Camera di vari gruppi femministi, che dopo la votazione hanno celebrato con entusiasmo il risultato.
È la prima volta al mondo che si stabilisce per legge la parità di genere nella stesura di una Costituzione. Storicamente, nessuna nazione ha mai deciso di redigere la propria Carta fondamentale attraverso un organo costituente composto per la metà da donne.
Traduzione dallo spagnolo di Domenico Musella