Tra le tante informazioni che girano in rete, vi è un video in cui coppiette, famiglie, gruppi di persone, passeggiano in Giappone, noncuranti della pandemia.
L’autore, un farmacista italiano, racconta come lì siano tutti tranquilli perché hanno un farmaco antinfluenzale, l’Avigan, che permette di salvare i malati.
Il video è talmente virale che Avigan è la nuova parola d’ordine parlando di Covid 19.
Il principio attivo, Favipiravir, è stato sviluppato già nel 2014 per il trattamento di forme di influenza causate da virus nuovi o riemergenti, con un utilizzo limitato ai casi in cui gli altri antivirali sono risultati inefficaci.
Al momento in Giappone è stato condotto un piccolo studio non randomizzato su pazienti con Covid-19 non grave, insorto da meno di una settimana, in cui il favipiravir è stato confrontato con un altro antivirale. Tali dati preliminari mostrerebbero una maggior velocità di scomparsa del virus dal sangue (i pazienti trattati sono diventati negativi per il virus dopo circa 4 giorni dalla diagnosi contro 11 giorni per quelli senza il farmaco) e un miglioramento dei reperti radiologici, se somministrato nelle fasi precoci in pazienti con sintomi da lievi a moderati, mentre non risulta così efficace nelle persone con sintomi più gravi.
In Cina sono in corso dei trial medici con 340 pazienti coinvolti e i risultati sarebbero “incoraggianti” con un miglioramento del quadro polmonare nel 91% dei casi.
Sembra ben tollerato anche se avrebbe effetti collaterali, sopratutto per le gestanti con danni fetali.
Al momento il farmaco non è autorizzato né in Europa,né negli Usa. L’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha attivato, in collaborazione con l’ente regolatorio europeo dei medicinali (Ema) un gruppo di lavoro che in caso di disponibilità di dati relativi alla sicurezza di utilizzo sull’uomo consentirebbe di approvarne l’utilizzo in brevissimo tempo: “La Commissione Tecnico-Scientifica di AIFA rivaluta quotidianamente tutte le evidenze che si rendono disponibili al fine di poter intraprendere ogni azione (inclusa l’autorizzazione rapida alla conduzione di studi clinici) per poter assicurare tempestivamente le migliori opzioni terapeutiche per il COVID-19 sulla base di solidi dati scientifici”. Proprio domani si riunirà la Commissione tecnico-scientifica per valutare la (poca) letteratura scientifica sull’utilizzo del farmaco.
Una buona notizia, parrebbe. Ma il contenuto del video resta discutibile: in fase di pandemia evitare il contagio è la priorità. Non ha senso esporsi al contagio solo perché poi (forse) si potrebbe essere curati.