«Il problema è il traffico», si potrebbe ricorrere alle citazioni cinematografiche per quanto accaduto in Abruzzo in questi mesi con l’oscar della parola più diffusa alla parola incubo sulle prime pagine e nelle locandine, nei discorsi più o meno para istituzionali, nelle strade e ovunque. E ancora arrivava il coronavirus. Incubo code, incubo autostrade, incubo smog (anche se dati allarmanti da anni ci sono per esempio su Pescara molto più alti e, a metà gennaio, pare si fosse nettamente al di sotto delle soglie di legge), incubo su incubo. Sindaci pronti a calare su Avellino e a tempestare di lettere e telefonate il gip, unico coro dell’arco costituzionale dalla destra (alla romana s’intende) – arrivata a sostenere che la sicurezza è importante ma anche il gip deve capire – ai pezzi di pane del centrosinistra (si fa per dire ovviamente) arrivati a descrivere scenari post apocalittici, devastanti, manco fosse passato un uragano o ci fosse stato uno tsunami senza mai pronunciare le parole sequestri, procura, gip o simili. Se fosse arrivato in Abruzzo un marziano o un turista da paesi lontani davanti a queste «cronache» poteva solo pensare poveri abruzzesi ostaggio di cattivi che si stanno divertendo alle loro spalle, ostaggi di chissà quali capricci del fato.
LA RICOSTRUZIONE DEI FATTI CON DICHIARAZIONI DI UNA FONTE VICINA AD AUTOSTRADE
https://www.wordnews.it/autostrade-abruzzesi-il-problema-e-il-traffico-probabilmente-non-il-primo
Questo uno dei passaggi fondamentali: In uno dei primi dispositivi del Gip di Avellino viene scritto addirittura il sequestro è «l’unica soluzione al momento concretamente praticabile per evitare il protrarsi di una condizione di insicurezza nella circolazione stradale idonea a cagionare, anche sull’A14, un evento disastroso di proporzioni analoghe a quello verificatosi in data 28.7.2013 lungo il viadotto Acqualonga dell’Autostrada A16 in seguito al quale alcun efficace dispositivo di controllo è stato predisposto da Autostrade per tutelare l’incolumità degli utenti della strada nemmeno dopo il precedente decreto di sequestro preventivo del 30.4.2019». La fonte ha precisato che il «nuovo corso aziendale» ha optato per le sostituzioni, anche per superare questa «fase di stallo».
La ricostruzione si chiude con il riferimento ad un viadotto all’altezza di Vasto a cui si riferisce la foto di quest’articolo dove “lo stato attuale non sembra destare alcuna preoccupazione nell’amministrazione comunale che non ha previsto ulteriori interventi, ma – come abbiamo potuto personalmente vedere – la strada mostra un abbassamento visibile ad occhio nudo. Autostrade per l’Italia, dopo un incendio di una discarica abusiva, ha aperto un imponente cantiere di consolidamento di tutti i piloni presenti“. Una vicenda che su Pressenza avevamo già approfondito e ricostruito nei dettagli quasi un anno fa, in questi dieci mesi Autostrade ha chiuso il cantiere e completato i lavori che abbiamo documentato https://www.pressenza.com/it/2019/05/autostrade-dabruzzo-il-viadotto-tra-fusti-tossici-rifiuti-di-ogni-tipo-e-la-strada-che-sta-cedendo/