“Andrà tutto bene”. Certo che andrà tutto bene, la scienza ma anche le misure contenitive (che non mi convincono anche se come tutti le rispetto) emanate dal governo potrebbero dare presto i loro risultati e noi torneremo alla vita di tutti i giorni, alla “normalità”. Quando? Ecco, nessuno lo sa, come nessuno sa se dopo il Covid 19 potrebbe arrivare il 20, il 21, il 22 e chi più ne ha, più ne metta. E già, perché il Coronavirus la cui pericolosità ci è stata spiegata (più male che bene) in tutte le salse da esperti, politici e imbonitori vari, nessuno sa se sarà l’ultimo anzi, nessuno crede che sarà l’ultimo. Giacché, al di là delle emergenze del momento, nessuno, negli ultimi trenta o forse cento o mille anni, nonostante di epidemie/pandemie ne abbiamo contate a bizzeffe (Peste, Colera, Spagnola, Asiatica, Hong Kong, H1N1, H2N2, H3N2 ecc.), ha cambiato o modificato le realtà che permettono a questi virus di svilupparsi e replicarsi.
Nessuno ha abbandonato abitudini alimentari esecrabili, nessun governo ha mai preso sul serio la lotta ai cambiamenti climatici, nessuno ha approntato piani mondiali di emergenza ma tutto è rimasto improvvisato, lasciato al caso, alla fortuna, alla speranza dell’ennesimo vaccino, alla fiducia cieca nella scienza, alle “capacità” della società moderna e pure agli egoismi locali (il caso delle mascherine è emblematico, ma anche il brevetto del vaccino tedesco che vorrebbe Trump).
E’ ovvio che la storia non insegna nulla così come la giustizia non persegue mai i responsabili di tali disastri e di tante morti. Che ci sono e sono chiari. Sono le grandi corporazioni dell’alimentazione che indirizzano le scelte alimentari di miliardi di persone, sono le industrie farmaceutiche che non investono preventivamente su medicinali di largo benessere, sono le multinazionali che distruggono l’ambiente con i disboscamenti per il legname, i grandi allevamenti o con le sementi transgeniche, impoverendo la biodiversità, sono i politici che non indirizzano verso le esigenze collettive e come da noi tagliano i posti letto negli ospedale pubblici a favore della sanità privata, tolgono fondi ai ricercatori, non assumono medici e infermieri e sono ostaggi delle baronie della medicina; sono gli intellettuali e la cultura occidentale che hanno abdicato al ruolo di indirizzo, guida, conoscenza, riflessione.
Andrà tutto bene certo, ma se non cambiamo il sistema mondiale, se non anteponiamo il bene e l’interesse comune a quello individuale, sarà per poco e comunque fino alla prossima emergenza che potrà essere sanitaria, ma anche climatica, sociale, migratoria, alimentare che sommate insieme possono diventare militari e, questo manco a dirlo, anche se ce lo ripetiamo, lo cantiamo o lo declamiamo in versi con la retorica patriottica del momento, non ci convince per nulla.