Zaman Ahmadi è tornato libero martedì 11 marzo e ha riabbracciato la sua famiglia a Kabul, la capitale dell’Afghanistan.
La Corte Suprema, come riferisce il portale KabulNow, ha stabilito che otto dei 20 anni di carcere che gli erano stati inflitti potevano bastare.
Nel 2012 Ahmadi era stato giudicato colpevole di blasfemia per un articolo mai pubblicato e solo proposto in bozze a un periodico mensile sulla distruzione delle statue di Buddha di Bamiyan, risalente al 2001.
La direzione del mensile aveva invitato l’autore in redazione per commentare la bozza e nel frattempo aveva chiamato la polizia.
Da lì l’arresto e la successiva condanna per blasfemia e conversione al buddismo, circostanza che peraltro Ahmadi ha sempre negato.