Non giudichiamo un libro dalla sua copertina
La biblioteca non come semplice luogo di conservazione di vecchi libri ingialliti; non come solo luogo tranquillo di studio. La mia sensazione è che alle biblioteche nei comuni della regione di Bruxelles sia stato assegnato il ruolo di centro di vita culturale e sociale della comunità.
Qui appare un servizio indispensabile per rispondere alla presenza di una moltitudine di nazionalità, di lingue, di credo religiosi.
Ogni biblioteca, quindi, è sede di circoli di lettura, di presentazioni di libri, di dibattiti, e di eventi.
La biblioteca di Saint-Josse-ten-Noode, ad esempio, ha recentemente ospitato l’evento della “biblioteca vivente”.
Non sapevo cosa fosse quando ho scelto di aggiungere questa tappa al mio ultimo recente viaggio nella regione di Bruxelles. Ma la curiosità è intrisa in me.
Ecco cosa è una biblioteca vivente
Ecco come funziona. Ogni utente prenotava mezz’ora di “lettura” di un libro speciale: la vita di una persona vera, in carne ed ossa. Insomma, una persona che in un momento della propria vita si è confrontata con dei pregiudizi ed ora è pronta a condividere la propria esperienza ed a rispondere alle domande del “lettore”. Non si tratta – attenzione – di “presentazioni di libri” o di conferenze; bensì di incontri individuali e di storie orali.
Tra le storie proposte, ho scelto quelle di una donna velata, di un profugo afgano, di una donna omosessuale. Tre storie che veicolano, ognuna, dei chiari messaggi. Purtroppo non sono riuscito a “leggere” il libro del senzatetto, quello dell’ex alcolista, e quell’altro dell’utopista.
Le esperienze che ho “letto” alla biblioteca di Saint-Josse-ten-Noode
Ho quindi conosciuto le discriminazioni subite sul lavoro per la propria scelta di mantenere il velo. La donna, una docente, ha altresì raccontato della esistente prevenzione verso le donne marocchine che rende difficile ottenere un lavoro coerente col proprio curriculum.
Il giovane nato in Iran, ma figlio di profughi afghani, ha invece raccontato del mancato riconoscimento di un documento d’identità in Iran. Condizione che costringe i profughi afgani a lavorare in nero, senza diritti, e i loro figli a non potere essere ammessi alle scuole pubbliche. Ha raccontato del suo viaggio attraverso i Balcani sino al Belgio.
Infine, la donna ha raccontato di come ha scoperto, a scuola, di essere attratta da altre donne piuttosto che da uomini.
L’evento, svoltosi un sabato mattina dalle 10 alle 14, è stato promosso da due associazioni, l’una fiamminga (Citizenne) e l’altra francofona (La Concertation ASBL). Quello della “biblioteca vivente” è però un progetto nato in Danimarca grazie a “Human Library”.
« La Biblioteca Vivente favorisce il dialogo interculturale umanizzando la lettura grazie ai Libri viventi. I lettori che si recano alla Biblioteca Vivente hanno l’unica opportunità di confrontarsi con cliché ed etichette sociali dietro le quali spesso ci si nasconde o si viene nascosti », spiegano gli organizzatori.
Per approfondimenti esiste un PDF sul sito de La Concertation.
Dovevo andare fino a Saint-Josse-ten-Noode per leggere un libro vivente? Le nostre biblioteche e i nostri assessorati alla cultura non sentono il bisogno di contribuire ad umanizzarci ?
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Credits: Photo by Masjid Pogung Dalangan on Unsplash