Avevamo tutti sperato che il ricorso presentato dalla difesa di Patrick Zaky al Tribunale del riesame – previsto dalla procedura penale egiziana ma mai attivato in questi anni – avrebbe avuto un esito diverso.
Lo faceva sperare anche l’aula del tribunale di Mansoura, gremita di giornalisti egiziani e non, di diplomatici dell’Unione Europea, Italia inclusa.
Ci sono voluti 10 minuti per azzerare quelle speranze.
Patrick Zaky resterà in carcere almeno fino al 22 febbraio. Quel giorno si deciderà se prorogare o meno di altri 15 giorni la detenzione preventiva o se rimetterlo in libertà, quanto meno su cauzione.
La campagna per il rilascio dello studente egiziano dell’università di Bologna va dunque avanti. Proseguiranno le manifestazioni e l’attenzione dei mezzi d’informazione non calerà.
Ma la creatività delle piazze per Patrick e la sensibilità della stampa hanno bisogno di un terzo elemento di pressione: quello politico.
Tornino dunque a farsi sentire le voci dei rappresentanti dell’Unione Europea, si levi forte la voce del governo italiano. La settimana che condurrà al 22 febbraio sarà decisiva.