La “cosa più importante è sensibilizzare l’Europa e il mondo intero a questo tema” continuando ad “assumersi la responsabilità di mantenere viva l’attenzione oggi e nei prossimi giorni” sul caso di Patrick Zaky. Sono le voci dei docenti e dei rappresentanti dell’Università di Bologna che, questa mattina, hanno organizzato un presidio per Patrick Zaky, attivista e studente egiziano arrestato a Il Cairo, sollecitando colleghi e studenti ad interrompere simbolicamente le lezioni per un paio d’ore, dalle 11 alle 13. Anche questa volta, Bologna ha fatto sentire la sua vicinanza alla studente del master in studi di genere dell’Alma Mater, attualmente in stato cautelare in Egitto, riempiendo piazza Verdi dove si contavano quasi 700 persone.

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Dopo la grande mobilitazione di lunedì sera, che ha riunito nel capoluogo emiliano-romagnolo oltre 5.000 persone, “devono continuare le azioni di solidarietà a Patrick, per evitare che la sua vicenda venga dimenticata”, dice Annarita Angelini, docente dell’Alma Mater che insieme ad altri professori (Vando Borghi, Giovanna Citti, Federico Condello, Chiara Gianollo, Nicola Grandi, Caterina Mauri, Cristiana Natali, Ivo Quaranta, Anna Scalfaro e Nico Staiti) ha promosso lo ‘sciopero delle lezioni‘ di questa mattina, in attesa della prima udienza in Egitto di domani. “Come Università vogliamo continuare la mobilitazione anche attraverso tutti i canali accademici a nostra disposizione- dice Sebastiano Moruzzi, componente del Senato accademico- per noi è già un grande risultato che domani (all’udienza, ndr) saranno presenti anche degli osservatori europei e l’ambasciatore. Un modo per avere sia visibilità, ma soprattutto per evitare ingiustizie”.

Insomma all’Università di Bologna si promette di mantenere “alta l’attenzione” sul caso di Patrick Zaky. Come “lo sta già facendo il rettore Ubertini citando la vicenda di Patrick all’inizio di ogni incontro pubblico”, ricorda Moruzzi. “Vi ringrazio per darmi la possibilità di studiare la letteratura perché mi permette di ‘allargare’ il mio pensiero critico e mi dà la possibilità di vedere la lotta per i diritti umani come uno degli atti principali della cultura”, dice Rita Monticelli, coordinatrice del master in studi di genere Gemma, ricordando quanto disse una volta Zaky, al termine di un esame. “Una persona capace, con grande senso dell’umorismo. Ci manchi Patrick- dice Giada Rossi, compagna di studi di Zaky- ti aspettiamo. E non lo faremo in modo passivo ma continuando a mobilitarci”. Vicino a lei, con cartelli in mano, anche tanti altri studenti e compagni del corso frequentato da Zaky, oltre che alle associazioni: da Amnesty (che insiste anche sul fatto che venga fatta “verità per Giulio Regeni) fino a Sinistra universitaria, Link Bologna e il collettivo Labas che oggi continuerà il presidio per tutta la giornata, anche dopo le 13. Dopo il primo ‘giro’ al microfono, in piazza Verdi le note di ‘Bella ciao’ si uniscono al coro ‘Patrick Libero’. In attesa dell’udienza di domani, oggi pomeriggio alle 18.30 è atteso il sit-in di solidarietà promosso da Volt Bologna.

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