“Sì, sono razzista e allora?”, “Sì sono fascista”, 4 anni fa avremmo sentito pronunciare queste frasi?
Cos’è cambiato? E’ colpa di Facebook? Della “bestia”?
Mi spiace, è troppo riduttivo.
La destra ha cambiato marcia, qualcuno ha capito che cambiando stile comunicativo, andando ad aggredire senza complessi una serie di principi, avrebbe ottenuto dei risultati e così è stato.
E noi? “Noi chi?” Chiederebbe qualcuno: intendo noi, proprio noi, “gli altri”, ma anche quelli di sinistra, anzi soprattutto quelli.
E noi siamo rimasti annichiliti.
Ma mi domando: questi principi che la destra ha sgretolato in così poco tempo per noi erano dei principi, o sono stati derubricati ormai a “tabù intoccabili”?
Chiedo perché non si spiega il senso di annichilimento, se fossero stati considerati ancora dei principi, dei presidi, non dati per scontati, non ci avrebbe scioccato il fatto che siano stati messi in discussione.
Le Sardine avranno mille difetti, ma se non altro hanno cominciato a presidiare il territorio, cosa che fin’ora avevano continuato a fare e almeno di questo, va dato loro atto, solo i Centri Sociali .
Le parole sono importanti, sovranismo: è un temine esaustivo?
Quando dico “prima gli italiani” cosa affermo? Chiediamo aiuto al vocabolario Treccani cercando la parola primato:
“L’essere primo, l’essere superiore a ogni altro sotto un determinato aspetto”
“L’essere superiore a ogni altro”: cosa ci ricorda?
E noi? Noi ci facciamo dettare l’agenda, emotiva e razionale, ogni giorno i bravissimi comunicatori della destra vanno a toccare l’ennesimo “tabu” e noi tutti ad insorgere, ma il risultato è già ottenuto: il “tabù” precedente è già saltato, sdoganato, entrato a piè pari nel sentire comune.
Eh sì, perché quando quella “destra moderata” che tanto rimpiangiamo, ha reso tutti clandestini quelli che, per citare la Meloni, “si muovono perché gli va”, noi ci siamo indignati, tanto… e ora? Ora nessuno ne parla più.
Ma il reato di clandestinità rimane il problema dei problemi della gestione dell’immigrazione italiana, e ci conviviamo ormai da 10 anni.
Io credo onestamente che occorra innanzitutto ristabilire l’importanza della cultura (altro merito delle sardine), dell’armonizzazione dei saperi, ristabilire i principi non negoziabili, e che questo vada fatto senza complessi , credo occorra recuperare una sana autostima data dalla consapevolezza dell’accettare la sfida della complessità.
E smettere di farci dettare l’agenda (altro merito delle Sardine).
L’accettare la complessità è l’unica strada possibile per l’unico essere vivente che ha abbandonato l’istinto per sviluppare (nel bene e nel male) pensiero e coscienza.
Certo, il mettere in discussione molti dei cardini ideologici della sinistra ci ha destabilizzato, ma almeno noi lo abbiamo fatto, e i fatti ce lo dicono, siamo stati gli unici a farlo, mi pare ormai chiaro che i cardini ideologici della destra siano rimasti intatti.
Certamente la patetica storia recente della sinistra, o meglio dei partiti della sinistra ci ha destabilizzato, ma come possiamo pensare che la sinistra cambi se noi stessi non cambiamo?
Se non recuperiamo una sana autostima nella consapevolezza dell’importanza (“primato”?) della cultura e dell’indubbia capacità di accettare la sfida della complessità?
E dico di più: siamo sicuri che non serva una sana utopia?
Un’utopia basata sul “bene comune”, argomento complesso per eccellenza?