Venerdì 20 febbraio il coordinatore della Seconda Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza e fondatore dell’organizzazione internazionale Mondo senza Guerre e senza Violenza, lo spagnolo Rafael de la Rubia e l’indiano Deepak Vyas sono arrivati a Praga.
“Andiamo avanti da 141 giorni e in questo periodo la Marcia Mondiale ha svolto attività in 45 paesi e in circa 200 città di tutti i continenti. Ciò è stato possibile grazie al sostegno di molte organizzazioni e in particolare all’appoggio volontario e disinteressato di migliaia di attivisti in tutto il mondo. Siamo ormai arrivati all’ultimo tratto in Europa: dalla Repubblica Ceca andremo in Croazia, Slovenia e Italia e concluderemo la marcia a Madrid l’8 marzo, Giornata Internazionale della Donna”, ha detto Rafael de la Rubia in una tavola rotonda. Gli interventi si sono concentrati su uno dei principali obiettivi della marcia, ovvero la sensibilizzazione nei riguardi dell’enorme pericolo rappresentato dalle armi nucleari nel mondo e sulla situazione completamente nuova creata dal progressivo sostegno dei paesi al Trattato per la proibizione delle armi nucleari (TPAN), approvato all’ONU il 7 luglio 2017.
Il Trattato è stato approvato da 122 paesi, di cui 81 lo hanno già firmato e 35 lo hanno ratificato. Si stima che il numero di 50 paesi necessari per la sua entrata in vigore sarà raggiunto nei prossimi mesi, il che rappresenterà un primo passo estremamente importante per l’umanità sulla strada verso l’eliminazione totale di queste armi.
La tavola rotonda ha affrontato anche la situazione nella Repubblica Ceca e ha sollevato la questione del motivo per cui il paese ha boicottato insieme alle potenze nucleari i negoziati per arrivare a questo importante trattato.
Nel suo discorso, Miroslav Tůma ha ricordato le ragioni che alla fine di gennaio di quest’anno hanno portato l’ONG americana Bulletin of Atomic Scientists ad avvertire che le lancette dell’Orologio del Giorno del Giudizio erano ormai a 100 secondi dalla mezzanotte, che rappresenta simbolicamente la fine della civiltà umana. Ha sottolineato la minaccia alla sicurezza rappresentata dalle armi nucleari come risultato della loro modernizzazione e la possibilità della loro proliferazione grazie al concetto di deterrenza nucleare. Ha inoltre rilevato il deterioramento delle relazioni di sicurezza tra gli Stati Uniti e la Federazione russa, in particolare nel settore del controllo degli armamenti e ha sottolineato l’importanza dei trattati internazionali relativi all’energia nucleare, come il Trattato di non proliferazione nucleare, il Trattato per la messa al bando totale degli esperimenti nucleari e quello per la proibizione delle armi nucleari.
“Il disarmo nucleare è un prerequisito per la pace nel mondo. Sulla base di accordi internazionali, negoziati diplomatici e cooperazione internazionale, dobbiamo lavorare gradualmente per l’eliminazione di tutte le armi nucleari, comprese le munizioni all’uranio impoverito. È necessario continuare a imporre il divieto di sviluppo e diffusione di tutte le armi di distruzione di massa e istituire un efficace organismo di controllo internazionale con un forte mandato”, ha detto Tomá” Tožička, della sezione ceca di Social Watch.
“Oltre alle armi nucleari, il cui uso avrebbe conseguenze disastrose per l’intero pianeta, non bisogna dimenticare che le armi convenzionali causano ogni giorno innumerevoli vittime. La Repubblica Ceca esporta queste armi praticamente in tutto il mondo. Dobbiamo parlare di come limitare e controllare il commercio di queste armi” ha dichiarato Peter Tkáč di Nesehnutí.
Alena Gajdůšková, membro della Camera dei deputati e di PNND (la rete internazionale di parlamentari per la non proliferazione nucleare e il disarmo) si è impegnata a convincere i suoi colleghi della Camera dei deputati a sostenere il TPAN e a ricevere informazioni dalla Spagna, un altro Stato membro della NATO, perché si arrivi all’adesione e alla ratificazione del trattato.
Dopo la tavola rotonda, i partecipanti si sono spostati con una simbolica “Marcia per la Pace e la Nonviolenza” da Novotný Lávka a Národní, al cinema Evald, dove è stato proiettato in anteprima il documentario “L’inizio della fine delle armi nucleari”.
Il regista, lo spagnolo Alvaro Orus, ha spiegato prima della proiezione che “il documentario è stato pensato come un aiuto per tutte le iniziative e gli attivisti che sostengono il Trattato per la proibizione delle armi nucleari. La Spagna, il mio paese, così come la Repubblica Ceca, non lo hanno appoggiato” ha continuato. ”Riteniamo che tale decisione non debba essere presa senza consultare i cittadini, che in genere non ne sanno nulla. Il nostro obiettivo quindi è quello di rompere il silenzio su questo tema, di sensibilizzare e di incoraggiare i cittadini di tutti i paesi, che sono in maggioranza contro le armi nucleari, a sostenere questo divieto”.
La giornata si è conclusa con l’evento “Diamo una possibilità alla pace” in Piazza San Venceslao; dopo una meditazione per la pace, i desideri più profondi di tutti i partecipanti sono stati scritti su biglietti e bruciati in un fuoco simbolico, a cui sono seguiti momenti musicali e spettacoli di danza.