Creazione di virus e pandemie
Da quando gli esperimenti su virus e altri vettori genetici sono di routine nei laboratori di tutto il mondo, le malattie da nuovi virus sono diventate un problema drammatico ed enormemente sottovalutato dalla (o occultato alla) opinione pubblica. La tecnica del Dna ricombinante è alla base delle moderne biotecnologie, sostanzialmente l’introduzione di un gene appartenente a un organismo estraneo il quale contiene le informazioni necessarie per stimolare (o inibire) la produzione di una particolare proteina: per effettuare la modifica viene utilizzato un mediatore, un virus, nel quale sono stati inseriti i geni da trasferire e che poi viene introdotto nel nucleo cellulare dell’organismo ricevente. Ma il coronavirus attuale (SARS-Cov-2, che causa la malattia Covid-19), come quello della SARS (SARS-Cov), sono virus ricombinanti (virus a Rna a singola elica) che contengono appunto sequenze di geni animali estranei all’uomo (zoonosi, malattie che si trasmettono dagli animali all’uomo).
La grande “biotecnologa pentita” Mae Wan Ho (scomparsa nel 2016) ha sottolineato «la pericolosità di simili manipolazioni, oggi di routine in migliaia di laboratori, in grado di creare in pochi minuti milioni di particelle virali mai esistite nei quattro miliardi di anni di evoluzione che ci hanno preceduto e in grado di “saltare” da un ospite all’altro. […] sul banco degli imputati è l’ingegneria genetica in quanto “tecnologia finalizzata a trasferire orizzontalmente i geni tra specie non destinate a incrociarsi tra loro”. Il che equivale a dire che i pericoli per l’intera biosfera, non derivano da un cattivo uso del biotech, e cioè dal bioterrorismo e dalle guerre biologiche, ma da una tecnologia che infrange deliberatamente le barriere specie-specifiche che la Natura ha costruito a difesa delle singole specie viventi.» [corsivo mio]
“…L’inquinamento genetico del pianeta da parte di centinaia di varietà di organismi geneticamente modificati (Ogm) è già in atto da anni e rappresenta una vera guerra non dichiarata all’intera biosfera”. “Nessuno può oggi affermare con sicurezza che gli effetti e i prodotti delle biotecnologie con finalità sulla carta ‘buone’ non si rivelino, specie nel medio-lungo periodo, altrettanto pericolose di quelle con finalità ‘cattive’”.
L’attacco alle Twin Towers dell’11 settembre 2001 precedette di due anni l’epidemia di SARS del 2003: non che ci sia una connessione fra i due eventi, ma pochi ricordano che solo una settimana dopo l’attacco alle Twin Towers iniziò un’ulteriore destabilizzazione del clima interno della nazione con l’invio di una serie di pacchi con spore di antrace (carbonchio) che causarono la morte di 5 persone e l’avvelenamento di altre 17: nel 2007 venne indiziato Edward Ivins, operatore di un laboratorio di biodifesa, il quale dopo pochi mesi morì per un’overdose di tranquillanti. Ma ancor meno si ricorda che i due anni successivi a quel fatidico 2001 registrarono una quindicina di morti misteriose di scienziati esperti in bio-wars, delle quali sollevò un certo clamore pubblico la misteriosa morte nel 2003 dell’esperto britannico David Kelly, notoriamente critico sul tema controverso delle armi di sterminio irachene: la versione del suicidio non convinse nessuno. L’ipotesi più immediata è che questi scienziati sapessero troppo, ma non sembra peregrina l’idea di una corsa internazionale alle armi biologiche. Insomma, il quadro generale risulta molto complesso ed estremamente inquietante.
L’ultimo stadio della guerra alla natura
Se dal 1945 è evidente che le armi nucleari costituiscono una minaccia capitale sul genere umano e c’è sempre stato un movimento per la loro abolizione, le armi batteriologiche sono effettivamente state bandite dalla Convenzione del 1972 (Bwc): ma il paradosso è che proprio la Bwc ha coinciso con l’esplosivo sviluppo dell’industria Biotech, che ne ha minato le fondamenta.
Quando arrivarono i primi brevetti sugli esseri viventi (1980) fu chiaro che sarebbe stato impossibile fermare la sperimentazione bio-genetica. L’enorme business derivante dalla rivoluzione biotech comprende le Life Science Industries, la Big Pharma e le grandi corporations che hanno investito miliardi di dollari, e la stessa comunità scientifica del settore che, quando non ha interessi diretti nelle imprese, ha alimentato la convinzione di possedere ormai le conoscenze e gli strumenti per trasformare la biosfera e la società mondiale a propria immagine e somiglianza.
Una volta arrivato a manipolare le molecole fondamentali per la regolazione dei viventi, l’Apprendista Stregone, “bio-Stranamore” – semplice genetista o biotecnologo dell’industria Biotech o di un laboratorio, pubblico o privato – rischia di innescare trasformazioni che nessuno potrebbe essere in grado di controllare. Gli sviluppi estremi delle biotecnologie rappresentano l’ultimo stadio della mercificazione della Natura. Il progetto degli scienziati e delle corporations biotech di mettere le mani sul codice stesso della vita, per correggerne i “difetti” e giungere ad una nuova creazione “perfetta”, diviene un vero delirio di onnipotenza: da progetto di bio-dominio globale rischia di trasformarsi in una global-bio-war combattuta da un nemico infinitamente sfuggente, elusivo, pervasivo, un esercito di organismi geneticamente modificati che, messo a punto in migliaia di laboratori, distribuito in ospedali, farmacie, supermercati e mercati dei sei continenti, sta colonizzando il pianeta (Burgio).
Un laboratorio di biotecnologia non è come un laboratorio nucleare: la produzione del “nucleare dei poveri” non richiede particolari strutture, un bioreattore per la costruzione di germi micidiali ha dimensioni estremamente ridotte (al punto che potrebbe essere trasportato in un furgone); persino un singolo terrorista solitario o un folle potrebbero mettere in ginocchio gli States, vista la facilità con cui è oggi possibile acquistare (per corrispondenza!) microrganismi patogeni e indurre in essi micidiali modifiche. Il confine fra utilizzazioni per (presunti) scopi civili e implicazioni pericolose o militari sfuma, sono gli stessi avanzamenti tecnico scientifici ad aggravare i rischi incontrollabili di guerra.
E così dovremo forse imparare a convivere con pandemie, probabilmente assai più gravi dell’epidemia in corso.
Sono debitore al dott. Ernesto Burgio di informazioni e commenti basilari per questo articolo.
Per approfondire
Susan Wright, Biological Warfare and Disarmament: New Problems/New Perspectives, Rowman&Littlefield, 2002.
Mae-Wan Ho, Bioterrorism and SARS, Institute of Science in Society, 16.04.2003, https://www.i-sis.org.uk/BioTerrorismAndSARS.php.
Sul coronavirus: M. Bottarelli, Spunta una inquietante ricerca del 2015: la creazione in laboratorio di un virus-chimera dal coronavirus di pipistrello, https://it.businessinsider.com/una-ricerca-del-2015-descrive-la-creazione-di-un-virus-dal-coronavirus-di-pipistrello-un-senatore-usa-la-cina-certifichi-che-2019-ncov-non-e-una-bio-arma/.