Apprendiamo dopo aver partecipato ad un conferenza stampa di migranti provenienti dal Corno d’Africa: Sudan, Etiopia, Somalia, Eritrea, che stanno avendo grande difficoltà ad ottenere il titolo di viaggio.
Per poter avere una carta d’identità, una residenza quindi, o più banalmente comprare una sim telefonica, non basta il permesso umanitario o sussidiario, ma serve un documento chiamato titolo di viaggio, che è un passaporto rilasciato dallo Stato italiano per persone extracomuntarie con permesso di soggiorno che non possono richiedere il passaporto al proprio stato d’origine (perché scappati, ad esempio).
Non solo, un paio di persone, hanno moglie e figli nel nord Europa, dove non possono risiedere a causa degli accordi di Dublino, ma senza titolo di viaggio, non possono andare a trovare la famiglia, uno di loro ha la moglie incinta di sette mesi.
Le persone che hanno parlato sono tutte dell’ex MOI, attualmente stanno in via Palestrina 23, hanno dichiarato che l’accordo scadrà a febbraio e che rimarranno senza dimora.
Naturalmente sentiremo la cooperativa Edu-Care, per capire meglio la situazione, e cercheremo di capire il motivo dei ritardi del rilascio del titolo di viaggio, che in base a ciò che abbiamo ascoltato, si verificherebbero solo dall’anno scorso.