Sabato 8 Febbraio dalle ore 10,00 alle ore 12,00

Sit in davanti alla Fiera di Vicenza

Fin dalla prima edizione è stato chiaro – a chi non aveva i paraocchi – che la fiera vicentina HIT Show costituisce un’abile operazione ideologico-culturale per incentivare la diffusione delle armi. Proprio per questo è subito diventata la passerella elettorale prediletta da diversi rappresentanti politici di una sola parte politica. HIT Show è infatti l’unico salone fieristico in tutti i paesi dell’Unione Europea in cui sono esposte tutte le armi cosiddette “comuni” (cioè praticamente tutte tranne quelle “da guerra”), insieme a prodotti alimentari e per l’outdoor: armi, marmellate, scarponi e tende, tutto fa brodo!

Non solo. A HIT Show è permesso l’accesso al pubblico generico compresi i minorenni “accompagnati da un adulto”. Inoltre e – sta qui il punto – basta acquistare uno spazio espositivo per svolgere qualsiasi attività, tra cui raccogliere firme per iniziative di rilevanza politica (proposte di legge per la “legittima difesa”, petizioni e campagne contro le norme europee, ecc.), organizzare eventi “culturali” con i rappresentanti di un solo partito e senza confronto, invitare parlamentari per trovare agganci politici e finanche fare propaganda elettorale.

Un favore ai produttori di armi

Tutto questo non ha niente a che fare con un salone espositivo, ma fa comodo ai produttori di armi. Le attività legate alla caccia sono da anni in forte calo e le aziende hanno bisogno di trovare nuovi acquirenti. Hanno perciò deciso, sostenuti da alcuni schieramenti politici, di creare un nuovo mercato, quello delle armi da difesa personale: pistole, revolver, fucili a pompa e anche fucili semiautomatici, sì proprio quelli che vengono usati per fare stragi in America.

Per incentivare questo mercato occorre far leva sulla paura e sulla necessità di difendersi. La nuova legge sulla legittima difesa serve perfettamente agli scopi di produttori e rivenditori di armi: senza esporsi di persona hanno stabilito un filo diretto con i referenti politici di caratura nazionale, in grado di incentivare il mercato delle armi in cambio di voti alle elezioni.

Ma davvero le armi ci rendono più sicuri?

Oggi in Italia ci sono più omicidi con armi legalmente detenute che per “furti e rapine”. Ciò significa che se c’è un’arma in casa è molto più facile che venga utilizzata per ammazzare un familiare (molto spesso la moglie o la compagna), un parente o un vicino fastidioso, che non per fronteggiare eventuali ladri. I dati sono eloquenti. L’ISTAT riporta che nel 2018 ci sono stati “12 omicidi volontari consumati a scopo di furto o rapina” mentre, sempre nel 2018, l’Osservatorio OPAL ha registrato 50 omicidi commessi da legali detentori di armi o con armi da loro detenute: in 25 casi le vittime sono donne. In altre parole, gli omicidi compiuti con armi legalmente detenute superano ampiamente quelli commessi da malviventi per rapine. Non solo: oggi le armi legalmente detenute dagli italiani ammazzano di più della mafia (19 omicidi nel 2018).

E’ ora di darsi delle regole!

Fin dalla prima edizione di HIT Show, numerose associazioni nazionali e vicentine hanno chiesto ai promotori del salone di darsi alcune semplici regole: vietare gli stand che pubblicizzano corpi di sicurezza privati e di tipo paramilitare italiani ed esteri, proibire l’esposizione di armi destinate al “Law enforcement” (Forze dell’ordine), vietare la propaganda politica e raccolte di firme per petizioni, promuovere momenti culturali di confronto pluralistico, proibire l’accesso ai minorenni.

Finora i promotori di HIT Show hanno fatto orecchie da mercante, dimostrando così il vero volto del salone fieristico: un’operazione da mercanti in fiera per incentivare la vendita di armi e non la sicurezza dei cittadini !

Aderiscono:

MIR/IFOR Vicenza, Operazione Colomba – Corpo Civile di Pace della Comunità Papa Giovanni Xxiii”, Associazione Da adesso in Poi, Fim-Cisl di Vicenza, Fiom-Cgil Vicenza, Movimento dei Focolari, CGIL di Vicenza, Salaam – ragazzi dell’olivo, Coalizione Civica Vicenza, Movimento Gocce di Giustizia, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, Gruppo Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza 2020, CISL di Vicenza, Maninpasta Cooperativa Sociale, Associazione Fileo onlus.