La situazione delle donne oggi nel mondo, “dopo un periodo di miglioramento, e’ tornata a peggiorare ma è nelle nostre mani la forza per invertire questa tendenza”. Lo ha detto alla Dire Ela Gandhi, co-presidentessa del Religion for Peace and Trustee del Gandhi Development Trust e nipote del Mahatma Gandhi, intervenuta stamani alla conferenza ‘La donna leader nella promozione dell’umanesimo integrale’ che si è tenuta alla Sala Zuccari del Senato.
Secondo l’esperta, è importante tra le altre cose “tornare al metodo in cui Maria Montessori educava le giovani generazioni, e la compassione con cui si rivolgeva a loro. Montessori – ha concluso Gandhi – insegnava loro il modo di intendere il ‘sé’. Perché nel suo modo di insegnare, i bambini imparano a
rispettare se stessi e quindi anche gli altri. Sono valori fondamentali”.
“Oggi è diventato difficile trovare una Maria Montessori o una Florence Nightingale. Questo perché il
mondo contemporaneo ci ha fatto perdere i valori fondamentali. Dobbiamo tornare alle nostre radici”.
“Gandhi – ha proseguito l’esperta – credeva che un mondo di pace e armonia fosse possibile solo assicurando che non esista nessuna forma di sfruttamento, assicurando una vita dignitosa e libera per tutti, l’armonia tra le religioni e le culture, il rispetto del creato e l’empowerment delle donne”.
Su quest’ultimo punto, Ela Ghandi ha detto: “Nelle mie varie esperienze, ho osservato che anche nelle religioni guidate dagli uomini le donne hanno un ruolo chiave nel mantenere tali istituzioni unite”. Questo perché, secondo la co-presidentessa, “hanno una capacità innata di ‘prendersi cura’. Sono le madri e le nonne a trasmettere il 99% dei valori fondamentali a figli e nipoti”.
Ciò non vuol dire “che il padre o l’uomo non sia importante. Bensì è fondamentale che i genitori siano egualmente impegnati nella crescita dei figli” sostenendo al contempo “le battaglie per la parità di genere”. Eli Gandhi ha quindi elogiato il Sudafrica, ricordando che di recente il Paese “ha accordato il
congedo di paternita’”.
La co-presidentessa del Religion for Peace and Trustee ha concluso con un appello: “Spesso i bambini, anche piccoli, passano molto tempo a giocare con il cellulare degli adulti.
Così però la loro educazione sara’ plasmata dai nuovi media, che non sempre trasmettono valori corretti. Si è così creata una sorta di competizione tra genitori e media e questo deve finire”.