“Alla mia piccola Sama”. Una giovane madre di Aleppo documenta cinque anni di rivolta contro Bashar al-Assad
Arriva finalmente in Italia il 13 febbraio il documentario nominato agli Oscar “Alla mia piccola Sama” (titolo originale “For Sama”) dei registi Waad al Kateab e Edward Watts. Il documentario, che ha ottenuto il maggior numero di riconoscimenti nei principali festival di tutto il mondo (tra questi L’Oeil d’Or al Festival di Cannes e il premio agli EFA come Miglior Documentario), è distribuito da Wanted Cinema con il patrocino di Amnesty International Italia e in collaborazione con Medici senza frontiere e nella versione italiana vede la preziosa partecipazione di Jasmine Trinca.
“Alla mia piccola Sama” è una lettera d’amore della regista a sua figlia, nata ad Aleppo sotto i bombardamenti dei missili e dei barili bomba, per spiegarle la scelta di restare in Siria a rischio della loro vita.
“Alla mia piccola Sama” è un viaggio intimo nell’esperienza femminile della guerra. In forma di video diario la storia di Waad inizia nel 2012, quando da studentessa alla Aleppo University decide di scendere in piazza per protestare contro la terribile dittatura di Bashar al-Assad. Da quel momento, per cinque anni, documenta con la macchina da presa gli anni della rivolta, la sua vita, quando si innamora, si sposa e dà alla luce Sama. Tutto questo mentre intorno esplode il conflitto. La sua camera raccoglie storie tragiche di perdita, ma anche incredibili momenti in cui protagonista è la vita che continua, la sopravvivenza. Il dubbio di Waad pervade tutto il film: partire o restare. Fuggire significherebbe proteggere la vita di sua figlia, ma anche abbandonare la lotta per la libertà per la quale ha già sacrificato così tanto.
Questo non è solo un film per me, è la mia vita – ha spiegato la regista – Ho iniziato a raccontare la mia storia personale senza avere un piano, solo filmando le proteste in Siria sul mio cellulare, come facevano tanti altri attivisti. Non avrei mai immaginato dove mi avrebbe portato il mio viaggio. Ho continuato a vivere la mia vita. Mi sono sposata e ho avuto una figlia. Mi sono ritrovata a cercare di bilanciare diversi ruoli: Waad madre, attivista, giornalista, cittadina e regista.
Tutte queste parti di me hanno incarnato e portato avanti la mia storia, che non è così diversa da quella che hanno vissuto la maggior parte dei miei concittadini. Centinaia di migliaia di siriani hanno vissuto e continuano ancora oggi a vivere le medesime esperienze. Colui che ha commesso questi crimini è ancora al potere e sta uccidendo persone innocenti. La nostra lotta per la giustizia è rilevante oggi, come lo era quando è iniziata la rivoluzione.
Realizzare il film è stato davvero difficile, ma ho avvertito una grande responsabilità verso la città, la sua gente e i nostri amici affinché le loro storie non venissero mai dimenticate e nessuno potesse mai distorcere la verità rispetto a ciò che abbiamo vissuto.
Wanted Cinema è una società di distribuzione fondata nel 2014, che nel giro di pochi anni è diventata un punto di riferimento nel mercato cinematografico italiano, proponendosi con una linea editoriale molto chiara: un cinema di ricerca e “ricercato”, per un pubblico che si aspetta non soltanto divertimento, ma anche pensiero, stimolo, dibattito, sorpresa, approfondimento. Un catalogo di oltre 70 titoli, tra film e documentari, vincitori nei principali festival nazionali e internazionali: premi del pubblico, della critica e con ottimi riscontri al Box Office. Tra questi: Il giovane Karl Marx, Lucky, David Lynch. The art of life, I’m not your negro. Nel 2016 partecipa a un bando di crowd-funding del Comune di Milano e viene scelta tra le realtà meritevoli di essere supportate: la campagna è vincente e vede la nascita del CineWanted, realtà finalizzata a promuovere un’idea di cinema nuovo e socialmente impegnato. Nel gennaio 2018 inaugura il nuovo progetto Wanted Clan, nato dall’esigenza di reinventare la sala cinematografica tradizionalmente intesa proponendo uno spazio all’insegna dell’innovazione artistica e della sperimentazione mediale.
Ufficio stampa Lo Scrittoio