Caro presidente Alberto Cirio, care consigliere e consiglieri del Consiglio regionale,
Il 15 ottobre dello scorso anno, il Consiglio regionale del Piemonte aveva bocciato la proposta di dichiarazione di Emergenza climatica presentata da Marco Grimaldi, definendo “catastrofiste” e “ideologiche” le rivendicazioni dei ragazzi e delle ragazze di Fridays For Future Torino presenti in aula.
Durante la discussione della mozione, il consigliere Paolo Bongioanni (Fratelli d’Italia) aveva dichiarato che non ci fossero prove per «accostare in modo diretto l’inquinamento da noi prodotto ai cambiamenti climatici».
Eppure, a distanza di quasi 4 mesi, il 29 Gennaio 2020 il Consiglio ha inaspettatamente dichiarato lo stato di Emergenza climatica e ambientale con una mozione firmata da Maurizio Marrone, anche lui consigliere di Fratelli d’Italia.
Il testo approvato contiene tre pagine di sommarie premesse scientifiche. Non viene mai citata la necessità di azzerare o ridurre immediatamente le emissioni di gas climalteranti per contrastare gli effetti devastanti del riscaldamento globale. I punti che la giunta regionale si impegna ad affrontare (in una porzione di tempo non definita) ignorano totalmente i numerosi report scientifici, tra cui quelli dell’IPCC (Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico), che sottolineano la necessità di dimezzare le emissioni entro il 2030 per impedire il collasso climatico ed ecologico.
Il contenuto della dichiarazione approvata ha poco a che vedere con l’emergenza in corso: il primo punto del testo impegna, infatti, la Regione Piemonte a realizzare al più presto la linea ad alta velocità Torino-Lione (#TAV). Su quale base scientifica ed in ragione di quale necessità? come può un sistema di trasporto transfrontaliero rispondere all’urgenza di una drastica riduzione delle emissioni climalteranti in meno di dieci anni?
Allo stesso modo, gli incentivi all’elettrico, così come vengono proposti dal testo, ignorano i grandi squilibri geopolitici creati dalle “guerre dei metalli rari”, quelli utilizzati per la produzione delle batterie, e della stessa produzione di energia elettrica.
Davvero basta promettere nuovi progetti di ricerca sul rinnovamento industriale, nuovi bandi di accesso a fondi per economia circolare e rifiuto delle colture OGM?
Fin dalla sua nascita, Extinction Rebellion chiede ai governi di tutto il mondo che venga detta la verità e che venga dichiarato lo stato di emergenza climatica ed ecologica.
Ma non è questa la verità di cui stiamo parlando. L’emergenza climatica non è uno slogan e nessun obiettivo politico potrà mai renderla tale. La terra brucia, i ghiacciai si sciolgono, il livello dei mari si sta alzando. Le persone continuano a morire.
E’ ora di attuare politiche serie e strutturali, capaci di trasformare in modo radicale il sistema in cui viviamo.
È ora di concentrare gli sforzi verso un unico, grande, obiettivo.
Il tempo sta scadendo.