Un attacco con droni ordinato dal presidente americano Donald Trump ha ucciso all’aeroporto internazionale di Baghdad il generale iraniano Qassim Suleimani, comandante delle operazioni all’estero delle Guardie della Rivoluzione e il principale comandante della milizia irachena Abu Mahdi al-Muhandis. Il comunicato ufficiale del Pentagono spiega che il raid è stato condotto per “evitare futuri attacchi iraniani”, mentre per Teheran si tratta di “un atto di terrorismo”e e fa sapere che ci saranno ritorsioni. “Il lavoro e il cammino del generale Qassem Soleimani non si fermeranno e una dura vendetta attende i criminali, le cui mani nefaste sono insanguinate con il sangue di Soleimani e altri martiri dell’attacco della notte scorsa”, ha commentato la guida suprema iraniana Ali Khamenei riferendosi all’attacco.
L’attacco americano arriva subito dopo l’avvertimento lanciato dal ministro della Difesa, Mark Esper, in seguito ai tentativi di penetrare la sede diplomatica Usa nella capitale irachena, la cui torretta all’ingresso principale è stata incendiata il 1 gennaio.
Il generale Qassim Suleimani era una figura chiave del regime degli ayatollah e considerato l’ideatore di gran parte delle attività iraniane in Medio Oriente, tra cui la guerra in Siria e gli attacchi su Israele. Da parte sua il primo ministro iracheno dimissionario, Adel Abdul-Mahdi, ha parlato di un’”aggressione” nei confronti dell’Iraq, oltre che di una “violazione di sovranità”.