“Liberi dai decreti salvini” il corteo/manifestazione che si è tenuto oggi a Firenze e Prato.

In corteo più di millecinquecento persone delle varie sigle aderenti e provenienti da diverse parti d’Italia.

“Facciamo scendere in piazza l’indignazione per le multe da 4’000 euro recapitate ai lavoratori “colpevoli” di aver scioperato alla tintoria Superlativa contro condizioni di vero e proprio sfruttamento e per il mancato pagamento di sette stipendi. Facciamo sentire in piazza la voce di chi crede che è l’ora di abrogare i Decreti Salvini!”

La manifestazione è stata indetta da Sì Cobas per la cancellazione delle 21 multe da 4’000 euro contro gli operai che avevano partecipato allo sciopero alla tintoria superlativa di Prato.
I lavoratori della superlativa tempo addietro avevano scioperato contro il lavoro nero, contro turni massacranti che superavano le 12 ore per 7 giorni la settimana, contro la negazione delle ferie e delle malattie e di tutti i diritti minimi previsti dalle leggi italiane, inoltre non ricevevano stipendio da 7 mesi!  Nonostante che la protesta di questi lavoratori sia stata condotta in modo pacifico, in quell’occasione,  il questore di Prato aveva provveduto ad inviare i reparti della celere, i quali dapprima hanno caricato pesantemente i lavoratori della Superlativa in sciopero, e poi hanno provveduto a portare via gli stessi lavoratori per elevargli in base al nuovo decreto Salvini, 21 multe da 4.000 €

La manifestazione è stata promossa principalmente dai Cobas, da Sì Toscana, e dalle sigle delle Unità sindacali di Base, in solidarietà ai lavoratori della Superlativa colpiti duramente da una serie infinita di violenze e d’ingiustizie e per l’abolizione del decreto Salvini che limita le libertà’ di dissenso e che oltre che il razzismo, istituzionalizza anche lo sfruttamento e punisce chiunque lotti per i propri diritti.

“Il problema di Prato non sono certo i lavoratori che rivendicano diritti ma il sistema di sfruttamento e caporalato su cui si regge un intero distretto” denunciano le sigle aderenti alla manifestazione.

“Chiediamo a tutti di non lasciare soli gli operai e i lavoratori sempre più abusati e sfruttati. La lotta per difendere la libertà’ democratica di dissenso e di diritto di sciopero è un qualcosa di primaria importanza che deve interessare tutti, perché dove c’è sfruttamento non ci può essere nessuna forma di società sana, e alla lunga genera conflitto”

Il corteo partito da Firenze in P.zza Santa Maria Novella, ha raggiunto in treno la città di Prato. Dalla stazione si è poi diretto verso la sede del Comune di Prato. Imponente il dispiegamento di uomini e mezzi delle forze dell’ordine, soprattutto nella parte più vicina al centro città, quella off limits per i manifestanti.

I manifestanti nonostante i vari blocchi di Polizia, sono riusciti però a raggiungere comunque la Piazza del Comune. Giunti in piazza San Marco, constatato l’imponente sbarramento su viale Piave, hanno imboccato via Pomeria che non figurava tra le strade inserite nel percorso autorizzato. Così, nel tentativo di trovare un accesso alternativo per il centro hanno percorso via Santa Trinita. Immediato il riposizionamento dei mezzi delle forze dell’ordine ma buona parte dei manifestanti è stata più veloce e attraversando via San Jacopo e poi piazza San Francesco hanno raggiunto piazza del Comune. Un numero consistente di manifestanti però in un primo momento è rimasto bloccato dal nuovo cordone di Polizia, ma poi successivamente sono stati fatti passare verso piazza del Comune riuscendo a raggiungere il troncone principale della manifestazione.

Nonostante la manifestazione si sia svolta in modo del tutto pacifico, tutta la polizia municipale era schierata davanti al palazzo comunale.

“Si può dire dunque che l’obiettivo iniziale di Si Cobas è stato raggiunto.”  Ha dichiarato Luca Toscano, coordinatore provinciale del sindacato ‘Sì Cobas’, mentre era intento a sistemare uno striscione su Palazzo Pretorio, dalle cui scale in un secondo momento ha poi gridato: “E’ la vittoria della libertà. Abbiamo conquistato il diritto dei lavoratori di manifestare in modo pacifico per i propri diritti. Il sindaco Biffoni deve chiedere scusa e il questore Cesareo deve andare immediatamente via da questa città”.

Il sindaco di Prato Matteo Biffoni, a caldo sulla manifestazione ha dichiarato:  “Pretendo che prefetto e questore diano una spiegazione di quanto è accaduto oggi a Prato: l’autorizzazione della questura era fino a piazza San Marco, non so cosa sia successo ma i manifestanti hanno percorso tutto il centro fino a piazza del Comune”, esprimendosi in modo infuriato su quanto accaduto.

Appare purtroppo avvilente invece che nelle sue dichiarazioni, Matteo Biffoni non abbia avuto nemmeno una parola di solidarietà verso decine di persone che da anni vengono sfruttate come schiavi a Prato, lavoratori che sono stati pure pestati mentre scioperavano perché gli venisse riconosciuto qualche straccio di diritto, infine multate, per essere d’intralcio al traffico mentre presidiavano il proprio posto di lavoro durante un sit-in nonviolento.

Tommaso Fattori di (Sì-Toscana a Sinistra), unico consigliere regionale presente alla manifestazione di oggi, ha chiesto le dimissioni di prefetto e questore: “Il diritto allo shopping in centro non può essere superiore al diritto allo sciopero, – aggiungendo anche – la rigidità del questore ma anche del sindaco a non voler far arrivare i manifestanti fino a piazza del Comune è stata incomprensibile”.

 

Manifestazione dei Cobas a Firenze