Le attiviste organizzatrici del flash mob Shab-Yalda hanno sfidato, ieri sera, freddo e maltempo per onorare in unità i morti, vittime dei governi mediorientali, rei solo di aver manifestato il proprio dissenso in nome della libertà, dei diritti, e di migliori condizioni di vita per tutti.
“Vogliamo ricordare che abbiamo pagato tanto per ciò che vogliamo (la libertà n.d.r.), e stiamo cercando di essere vicini con un dolore comune, vite comuni, perché veniamo da paesi con una storia comune, e siamo qui tutti insieme. La cosa che stiamo cercando di fare come attivist* è ciò che i nostri governi non sono riusciti a fare: come ognuno di noi qui sa, i nostri governi sono sempre in crisi, combattono tra di loro solo per i loro interessi. Noi invece abbiamo deciso di scendere in piazza a dire che noi siamo un popolo unito, che vogliamo chiedere la libertà e la democrazia nei nostri paesi, a prescindere dagli interessi dei nostri governi”
Certamente si tratta di un’avanguardia di giovani intellettuali che stanno facendo ciò che, assistendo all’attuale situazione politica dei paesi del Medio Oriente, parrebbe impensabile: qualcosa in unità per la pace, la libertà e la democrazia.
Riteniamo molto importanti queste iniziative, e pensiamo che vadano partecipate, non sono solo “affari loro”, ormai viviamo in un mondo globalizzato, non possiamo esimerci, in un’ottica di bene comune, dall’impegnarci nel sostenere ogni istanza di libertà, democrazia e rispetto dei diritti umani e civili, ovvero di una cultura di pace, indipendentemente da dove venga.
Un’ultima cosa, certo non ultima per importanza, questa iniziativa è stata pensata e promossa da donne, ancora una volta le donne si mobilitano, unite, per il nostro futuro.