La procura di Locri ha notificato un nuovo avviso di garanzia a Mimmo Lucano, accusato di aver falsificato i documenti d’identità di migranti ospiti nel Cas di Riace e privi di permesso di soggiorno.
“Sono amareggiato“, ha commentato Lucano. “Mi viene contestato un reato che avrei commesso nel 2016 per aver fatto due carte di identità a una donna eritrea e a suo figlio. La prefettura ci aveva chiesto l’inserimento per la madre e il bambino in un progetto di accoglienza e noi avevamo detto di sì perché c’era la disponibilità. Poi fu fatta l’iscrizione al registro anagrafico e fu richiesta la carta d’identità perché il bambino di pochi mesi aveva necessità di vedersi assegnato un pediatra“.
Dure le reazioni del Comitato Undici Giugno di Milano, secondo cui “il delitto che gli viene imputato è sempre lo stesso: reato d’umanità” e di Rifondazione Comunista.
“Mentre la magistratura combatte seriamente contro la più grande organizzazione criminale del pianeta, la ‘ndrangheta, qualcuno trova il tempo per continuare a infangare la storia dell’ex sindaco di Riace Domenico Lucano” accusano il segretario nazionale del partito Maurizio Acerbo e il responsabile immigrazione Stefano Galieni. “Il motivo? Dalle prime notizie Mimmo è accusato di aver dato la carta d’identità a una ragazza richiedente asilo con un neonato in braccio. Beh, se questo è il crimine, anche noi, come Mimmo Lucano, avremmo fatto il possibile per offrire garanzie a una persona vulnerabile, avremmo agito in nome dei diritti umani e della vita invece che ergersi ad arbitro del futuro altrui”.