Riceviamo e volentieri pubblichiamo una puntualizzazione che ci ha inviato il Collettivo FX. Il Collettivo si interroga sul ruolo di chi fa muralismo o street art: “generalmente riesce a prendere delle posizioni proprie o è per lo più didascalico rispetto a discorsi altrui? Riesce ad inserirsi nel dibattito o amplifica cose già viste? È spunto di riflessione o accessorio mediatico? Critica/osservazione/dubbio che ovviamente riguardano direttamente il nostro lavoro.” Il Collettivo tiene anche a precisare che “il testo deve rimanere così, come lo abbiamo scritto, perché anche in questo modo vogliamo fare capire che a ciascuno il suo mestiere: noi pittiamo, non siamo scrittori. Beccatevi i contenuti.”
Da anni i murales sono entrati nella vita pubblica delle persone: dominano quartieri e diventano evento con tanto di notizia sui giornali e grande reazione sul web. Ma, nonostante la popolarità, il clamore, a volte la mitizzazione, sono nei fatti trattati meno di un’aiuola. Badate bene, aiuola non in senso negativo o dispregiativo ma come punto di riferimento: almeno fossero trattati come un’aiuola!
Paradossalmente hanno la stessa considerazione solo dove non dovrebbero averla: per l’aspetto estetico. Il murales come l’aiuola deve essere bello, carino, decorativo; considerazione tutt’altro che negativa, ma non può essere certo l’unica. La parità di trattamento finisce qui, per tutto il resto l’aiuola è cosa assai più seria del murales. Pensate ad esempio che per fare l’aiuola è chiaro a tutti che ci vuole una progettazione e delle competenze perché ha una funzione, per quanto piccola, pubblica. Il murales no: si chiama uno bravo a disegnare visto su Google o suggerito da un conoscente. Oppure quanto è semplice la definizione di aiuola: è quel tipo di opera pubblica senza fronzoli o interpretazioni. Il murales no: viene quasi sempre chiamato street art, che è tutt’altra cosa: decidere di uscire in strada, con la propria volontà, le proprie idee, il proprio materiale, la propria responsabilità, e fare qualcosa di spontaneo nello spazio pubblico; azione completamente diversa dal Muralismo, commissionato, pianificato, progettato, autorizzato e realizzato in tempi e modi tranquilli. Prendete un fico che cresce spontaneamente all’angolo di una strada: è chiaro a tutti che è un-fico-cresciuto-spontaneamente-all’angolo-di-una-strada e non un’aiuola; nessuno dice “Hai visto che aiuola è cresciuta di fronte a casa?”
Insomma questo testo ha l’ambizione di trattare il murales come un’aiuola in cui tutto è incredibilmente chiaro: il muratore fa il marciapiede, il giardiniere ci mette le piante, l’idraulico fa l’impianto di irrigazione e soprattutto, è chiaro a tutti, che c’è bisogno di qualcuno che sa considerare il contesto e progettare l’intervento più funzionale.
E’ un testo dove l’aiuola non viene presa solo come punto di riferimento ma anche come punto di vista: da lì, si può vedere meglio cosa c’è intorno e porsi la domanda: ma al territorio a cosa può servire un muro pittato?
Muralismo
Dato per certo che street art e muralismo sono due cose completamente diverse, troverete di seguito un tentativo di dare delle risposte alla domanda: ma al territorio cosa può servire un muro pittato? Risposte generiche che non considerano una miriade di casi di mezzo. È urgente avviare una discussione che si pone come obiettivo non trovare delle definizioni, ma dare delle chiavi di lettura esterne al movimento.
La discussione sul muralismo non è nuova, in particolare quando si parla di territorio. Ci sono i sostenitori del progetto condiviso e i sostenitori dei progetti artistici. La moda tende decisamente verso i primi perché non calati dall’alto. Già la cifra del dibattito da l’idea di come l’argomento spesso non sia particolarmente approfondito ma si tende a mescolare responsabilità ad obiettivi. E’ vero: molti interventi artistici sono calati dall’alto, ma chi organizza non scarica le responsabilità e sono decisioni del territorio. Com’è vero che un intervento deve tenere conto del contesto e chi organizza non può snobbare il territorio perché siamo di fronte all’arte.
Troviamo interventi artistici che vengono raccontati come condivisi e, viceversa, interventi condivisi conclamati come artistici. Un isterismo che diventa bugia, falsità, caos che contrappone le tipologie di intervento come se uno dovesse per forza essere meglio dell’altro quando in realtà entrambi possono essere molto utili.
Murales per APPROFONDIRE il territorio
Sono interventi che si avvicinano maggiormente ai progetti partecipati o condivisi, definizione vera solo in parte. Il territorio è fatto da centinaia se non migliaia di persone e il coinvolgimento, quando va bene, riguarda poche persone. Definizione quindi da evitare perché può dare adito al “perchè lui sì e io no” di chi non è stato coinvolto o viceversa un coinvolgimento ampio con decine se non centinaia di persone sfocerebbe in un caos di opinioni di cui l’Autore se ne farebbe poco o nulla. Meglio concentrarsi sull’obiettivo, cioè l’approfondimento del territorio e organizzare ruoli e fase di lavoro.
Per questa tipologia di intervento l’Organizzatore introduce nella progettazione degli Esperti del territorio dividendola così in due fasi: contenuti e ideazione. Nella prima fase i contenuti vengono portati ad un tavolo di dialogo con l’Autore, in modo che ogni dubbio possa essere affrontato direttamente dal vivo. Considerate che il ruolo degli Esperti del territorio è determinante: l’ideazione è la conseguenza della conoscenza, quindi più i contenuti sono interessanti meno sarà la difficoltà dell’Autore nel trovare un’idea. È fondamentale evitare alcuni errori ricorrenti: dal lato dell’Esperto scadere nel “io ci vedo disegnato questo”, oppure portare contenuti vaghi e superficiali; dal lato dell’Autore evitare di fermarsi a giudizi o stereotipi portati dall’esterno.
La seconda fase di progettazione, cioè l’ideazione, è affidata all’Autore. E’ fondamentale non avere un tempo prestabilito: progettare su dei contenuti esterni è un lavoro che non si limita ad avere idee, ma ordinare, selezionare, provare, modellare i diversi contenuti, prima di trasformarli in idea. Quindi l’Organizzatore non deve imporre tempistiche né insistere con continui “Aspettiamo l’idea”, perché serve solo ad allungare ulteriormente i tempi.
Per questa tipologia di progetto è consigliata una fase di restituzione al territorio dove attraverso la comunicazione – comunicati stampa, social, conferenze – vengono spiegate le motivazioni e come si è sviluppata la progettazione evitando possibilmente la spiegazione del disegno (se non è strettamente necessaria) perché l’immagine deve avere una propria autonomia. La restituzione non è fondamentale ma facilita il rapporto con il territorio.
Murales per portare NUOVI contenuti al territorio
Questa tipologia è la più facile nella descrizione ma la più difficile nella pratica perché è indispensabile fare l’incastro giusto tra Territorio e Autore.
La progettazione, contenuti e ideazione, sono dell’Autore e la decisione di portare al pubblico quei contenuti (non per forza didascalici) è dell’Organizzatore. Quindi rispetto al Murales di Approfondimento, non serve costruire la fase di progettazione ma è molto più complessa la fase di scelta dall’Autore che comunque deve partire dalla conoscenza del territorio. Qualche esempio. Un contesto particolarmente chiuso su uno specifico argomento può avere bisogno di un’opera sullo stesso argomento ma con un punto di vista completamente diverso. Oppure un territorio particolarmente autoreferenziale può avere bisogno di un intervento che apre argomenti completamenti nuovi. Oppure in un contesto particolarmente passivo può essere utile un intervento di rottura, che sprona o addirittura provoca.
Se l’Organizzatore non è competente in Autori Muralisti per questa tipologia d’intervento è fondamentale rivolgersi a un Esperto (storico dell’arte) e costruire quindi l’incastro giusto tra caratteristiche del territorio (conosciute dall’Organizzatore) e caratteristiche dell’Autore (conosciute dall’Esperto in muralismo).
Anche per questa tipologia di progetto è consigliata una fase di restituzione o spiegazione al territorio attraverso la comunicazione – comunicati stampa, social, conferenze – in cui si spiega la tipologia di murales e la motivazioni di questa scelta. È sempre bene non spiegare l’opera perché, come già detto, si spiega da sola.
COLLETTIVO FX