La notizia che l’arresto di Nicoletta Dosio era imminente è stata diffusa nella mattinata di ieri, con la revoca della sospensiva di carcerazione, sancita dalla procura di Torino a novembre.
Eccezion fatta del sindaco di Napoli Luigi De Magistris, (che in merito a Nicoletta ha dichiarato: “meriterebbe una medaglia in un Paese normale”) non risultano purtroppo almeno al momento, altre dichiarazioni di solidarietà nei confronti di Nicoletta da parte di personalità politiche di alto livello.
Alla domanda posta sulla prospettiva del carcere Nicoletta giorni addietro dichiarò di averla ormai interiorizzata, e nel domandargli ancora: – “perché fare questo a 73 anni?” – aveva risposto: “Voglio cercare di mettere il dito nella piaga, e ancora una volta dare visibilità a questa ingiustizia che perseguita chi lotta per il diritto di tutti. Questo mio gesto è contro i sepolcri imbiancati, per mettere in luce questo e riportare l’attenzione pubblica, che mi pare si stia adattando, agli orrori nei confronti di chi lotta, io andrò in carcere.”
Sempre Nicoletta a proposito del carcere e delle lotte che sta conducendo, poco prima dell’arresto aveva dichiarato:
“Il carcere è per definizione e per significato, certo non un luogo di rispetto, ma un luogo di pena, e quindi qualche timore per le pene tutti le abbiamo, nel senso della difesa della nostra persona che continuiamo in qualche modo ad avere. Però più forte che il timore del carcere è la rabbia e l’indignazione contro l’ingiustizia. Ed è è proprio per questo che ho deciso di mettere a disposizione la mia vita, quello che ho, le mie quattro ossa, perché poi sono una donna di 73 anni, non riesco più a correre molto quando siamo inseguiti dai manganelli e dai lacrimogeni, spesso sono i ragazzi che mi devono tirar via rischiando pure loro, allora ho deciso di affrontare questa cosa con grande serenità. Anche perché io penso che tutto quello che noi stiamo facendo, come tante cose, tante lotte, che sono portate avanti da tante parti d’Italia, ma anche da tante parti nel mondo da chi si ribella ad un potere sempre più ingiusto, io penso che questo sia una resistenza, e noi sappiamo che contro l’ingiustizia del potere la resistenza è un dovere.
Noi continuiamo a resistere, e resistiamo con serenità, con tranquillità, anche con gioia perché sappiamo di essere dalla parte della ragione. M Allora dire no… abbassare la testa davanti alle loro richieste, io potrei chiedere misure alternative, ammettendo la mia colpa, ma io penso di aver fatto la cosa giusta. E quindi, sono fiera di quello che ho fatto, l’ho non per eroismo, perché nessuno di noi è un eroe, noi siamo antieroi per eccellenza, perché combattiamo per la nostra nuda esistenza, per una socialità che questa lotta ha fatto rinascere in “Valle”, perché anche la nostra era una valle dal punto di vista sociale degradata, non abbiamo più niente… È stata una delle prime valli dove è iniziata la delocalizzazione delle industrie, portate dove si poteva inquinare meglio e sfruttare di più.
Ebbene una collettività si è ricomposta sulla falsa riga di queste lotte, è una valle che ha conosciuto le lotte resistenziali e ha anche conosciuto e ha anche conosciuto le lotte operaie, e ora conosce la lotta No Tav e ci siamo proprio tutti; al di là dell’età, al di là della condizione sociale, ci sono donne, uomini, bambini, vecchi, giovani, e abbiamo scoperto che si può essere…. Questo governo parla delle famiglie e questa serie di governi che parlano dell’umanità delle famiglie, e noi sappiamo che una famiglia vera noi l’abbiamo messa in piedi, e non è una famiglia di sangue, è una famiglia di lotta, che accoglie tutti coloro che decidono di dire no al mettersi in ginocchio davanti alle cose ingiuste.
Questa è la grande forza che noi abbiamo, per cui loro non sanno, la libertà, che abbiamo dentro, e che noi abbiamo tutti insieme. Lo faccio anche perché so che non sono sola, e ho con me una grande forza che non conosce età e non conosce neanche limiti fisici. So che non sono sola, so che c’è un grande affetto reciproco, ed è la nostra forza, e c’è la rabbia contro una ingiustizia che è assolutamente insostenibile. Se entrerò in carcere troverò altre persone, perché il carcere è diventato più che mai un luogo di controllo politico e sociale, lo è sempre stato, continua ad esserlo. Troverò altre persone, altre solidarietà, altri fronti di lotta, e quindi non mi fa paura.”
Le dichiarazioni di Nicoletta Dosio prima dell’arresto
Nel video le dichiarazioni di Nicoletta Dosio prima dell’arresto, che raccontano tutta la dignità e la forza di questa persona, di fronte a uno Stato, quello italiano, che si fa invece ormai sempre più piccolo. La notizia che l’arresto di Nicoletta Dosio era imminente è stata diffusa nella mattinata di ieri, con la revoca della sospensiva di carcerazione, sancita dalla procura di Torino a novembre. Eccezion fatta del sindaco di Napoli Luigi De Magistris, (che ha dichiarato: "meriterebbe una medaglia in un Paese normale" ) non risultano al momento dichiarazioni di solidarietà nei confronti di Nicoletta da parte di personalità politiche di alto livello.Alla domanda posta sulla prospettiva del carcere Nicoletta giorni addietro dichiarò di averla ormai interiorizzata e nel domandargli ancora: – “perché fare questo a 73 anni?” – aveva risposto: “Voglio cercare di mettere il dito nella piaga, e ancora una volta dare visibilità a questa ingiustizia che perseguita chi lotta per il diritto di tutti. Questo mio gesto è contro i sepolcri imbiancati, per mettere in luce questo e riportare l’attenzione pubblica, che mi pare si stia adattando, agli orrori nei confronti di chi lotta, io andrò in carcere.”L’arresto di Nicoletta Dosio è solo l’ultimo atto di una lunga storia di repressione e accanimento giudiziario contro il movimento No Tav, equiparato dalla Procura di Torino addirittura a un gruppo terrorista, fino a una sentenza della Cassazione che nel 2017 almeno ha provveduto a far cadere definitivamente questa accusa. Da allora numerose le condanne che si sono susseguite ai danni degli attivisti: Nicoletta era anche tra i 16 condannati in primo grado a un totale di 30 anni di carcere, sempre a ottobre 2018, per gli scontri del 28 giugno 2015 a Chiomonte.Nicoletta Dosio fa parte dei 12 attivisti condannati dalla Corte d’Appello di Torino a ottobre 2018,per un ammontare complessivo di 18 anni di reclusione. Per cosa sono stati ufficialmente condannati? Per aver svolto una dimostrazione al casello di Avigliana sull’autostrada Torino-Bardonecchia, facendo passare gli automobilisti senza pedaggio con lo slogan “oggi paga Monti.” Il danno economico per la società autostradale è stato di 770 euro. Per quest "reati" la Procura dei 18 complessivi, decise un anno di galera a Nicoletta Dosio, anni 73, ex insegnante di greco,
Gepostet von Pressenza Italia am Dienstag, 31. Dezember 2019
L’arresto di Nicoletta Dosio è solo l’ultimo atto di una lunga storia di repressione e accanimento giudiziario contro il movimento No Tav, equiparato dalla Procura di Torino addirittura a un gruppo terrorista, fino a una sentenza della Cassazione che, nel 2017, almeno ha provveduto a far cadere definitivamente questa accusa. Da allora numerose le condanne che si sono susseguite ai danni degli attivisti: Nicoletta era anche tra i 16 condannati in primo grado a un totale di 30 anni di carcere, sempre a ottobre 2018, per gli scontri del 28 giugno 2015 a Chiomonte.
Nicoletta Dosio fa parte dei 12 attivisti condannati dalla Corte d’Appello di Torino a ottobre 2018, per un ammontare complessivo di 18 anni di reclusione. Per cosa sono stati ufficialmente condannati? Per aver svolto una dimostrazione al casello di Avigliana sull’autostrada Torino-Bardonecchia, facendo passare gli automobilisti senza pedaggio con lo slogan “oggi paga Monti.” Il danno economico per la società autostradale è stato di 770 euro. Per questi “reati”, la Procura, dei 18 complessivi, decise un anno di galera a Nicoletta Dosio, anni 73, ex insegnante di greco, che da ieri è stata portata in carcere per scontare la pena.