Il 2019 inizia per Greenpeace con la partecipazione al Carnevale di Viareggio dove i volontari hanno sfilato davanti a un carro rappresentante una gigantesca balena morente, di oltre 20 metri, sommersa dalla plastica monouso.
L’uso di plastica usa e getta è cresciuto notevolmente negli anni tanto da rappresentare il 40 per cento della produzione globale di plastica. Per questo Greenpeace è tornata in mare in primavera con una spedizione di ricerca sulla microplastica nel Tirreno e alla foce di fiumi come Tevere e Sarno, insieme a ricercatori del CNR di Genova e dell’Università Politecnica delle Marche.
Il nostro mare è colpito anche dai cambiamenti climatici. Per andare a studiare cosa sta succedendo abbiamo deciso di lavorare insieme ai ricercatori dell’Università di Genova e in autunno abbiamo posizionato una prima stazione pilota nel mare dell’Isola d’Elba per misurare le variazioni delle temperature lungo la colonna d’acqua.
Quest’anno attivisti di Greenpeace sono entrati in azione di fronte al Ministero delle Politiche Agricole, con un gigantesco maiale che emette fumo dal naso per simboleggiare il contributo degli allevamenti intensivi alla formazione di gas serra, e rilascia un getto di acqua scura: i liquami, che inquinano suolo, acqua e aria. La crescente produzione di carne è responsabile, ad oggi, del 14 per cento delle emissioni di gas serra in Europa; un contributo pari a quello del settore dei trasporti, finora non affrontato adeguatamente dalle politiche nazionali e internazionali.
Ci sono state poi le iniziative internazionali per salvare gli oceani, con il popolare attore Javièr Bardem al nostro fianco, e quelle per proteggere le foreste e i Popoli che in esse vivono. In occasione del Sinodo sull’Amazzonia leader e rappresentanti di alcuni Popoli Indigeni sono arrivati a Roma per incontrare il Papa, grazie alla campagna “Sangue indigeno: non una goccia di più”, e denunciare le sistematiche violazioni dei loro diritti in Brasile. Greenpeace li ha aiutati a farsi sentire sia attraverso i media che facilitando incontri istituzionali.
A giugno attivisti di Greenpeace sono entrati in azione con i gommoni davanti alla piattaforma di estrazione “Prezioso”, situata nello Stretto di Sicilia, ricordando al governo italiano che non sta facendo abbastanza per affrontare l’emergenza climatica. Il cambiamento dovrebbe partire anche da chi continua a sostenere gli investimenti nel carbone – la fonte energetica con le più alte emissioni di CO2 – come Assicurazioni Generali: spettacolari le proteste a Trieste e a Roma.
Riuscirà il Pianeta a rimanere sotto la soglia di innalzamento della temperatura globale di 1,5 gradi? Non c’è molto tempo da perdere. A ricordare alla politica che deve impegnarsi di più per combattere i cambiamenti climatici sono stati quest’anno anche i giovani dei “Fridays for Future” con i loro scioperi globali per il clima e proteste pacifiche come quella di fronte alla sede dell’Eni a Roma.
«La voce dei giovani e dei giovanissimi partita “dal basso”, in modo democratico, sincero e appassionato, va ascoltata. La loro energia è d’ispirazione per tutti noi», dichiara Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia. «Giunti alla fine di un anno così impegnativo per Greenpeace voglio ringraziare di cuore chi ci ha sostenuto con convinzione. Nel 2020, anno cruciale per il clima e il Pianeta, continueremo a combattere le nostre battaglie con ancora maggiore determinazione».
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