Accuse a Corbyn dopo le elezioni nel Regno Unito, voto della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti a favore dell’impeachment di Trump, Salvini accusato di sequestro di persona e abuso d’ufficio per i 131 migranti bloccati per tre giorni a bordo della nave Gregoretti della Guardia costiera italiana. Queste tre vicende, in apparenza distanti tra loro, hanno in realtà degli elementi in comune che si possono riassumere in tre parole: fake news e proiezione.
Cominciamo da Jeremy Corbyn: viene accusato di aver portato il Partito Laburista alla disfatta nelle elezioni di una settimana fa. E’ vero, i laburisti hanno perso, ma questo dato va letto alla luce del sistema elettorale uninominale vigente nel Regno Unito, in base al quale viene eletto il candidato che nel collegio ha preso il maggior numero di voti. I laburisti hanno perso l’8% dei voti rispetto alle elezioni del 2017 e i conservatori hanno guadagnato l’1,3% . L’aumento complessivo dei voti conservatori dunque è limitato, ma gli effetti sulla composizione del Parlamento li portano ad avere la maggioranza assoluta dei seggi.
Passiamo alle altre accuse rivolte a Corbyn, puntualmente smontate dall’articolo pubblicato nel sito I Diavoli: Ha spostato il partito troppo a sinistra. E infatti ha preso solo un milione di voti più di Ed Miliband e Tony Blair e due milioni più di Gordon Brown, gli ultimi candidati centristi del Labour. È un vecchio rottame, figlio di antiche ideologie che non tengono il passo con il contemporaneo. E infatti ha stravinto nella fascia di età 18-30 e vinto in quella 30-50. Ha perso di poco tra gli over 50 e di molto tra gli over 65.
Terzo elemento, la campagna di odio e calunnie denunciata da Ken Loach sul Manifesto: E’ stata scatenata un’ondata di odio nei confronti di Corbyn e dei leader della sinistra, un livello di violenza che non avevamo mai visto. Un uomo di pace è stato chiamato terrorista. Un uomo che ha passato tutta la vita a combattere il razzismo è stato tacciato di essere razzista. Ma questa accuse purtroppo sono arrivate anche dall’ala destra del partito laburista. E così Blair, un criminale che ha trascinato il paese in una guerra illegale come l’invasione dell’Iraq sulla base di prove false (le famose armi di distruzione di massa di Saddam Hussein, mai trovate perché inesistenti) si permette di criticare e dare lezioni a un politico e un attivista che nel 2017 ha ricevuto il Premio per la Pace Seán MacBride, assegnato dall’International Peace Bureau a una persona o a un’organizzazione che si è distinta per il suo lavoro per la pace, il disarmo e i diritti umani. Una notizia passata del tutto sotto silenzio dai media mainstream.
Sulla stessa linea di Blair le accuse di aver causato la sconfitta laburista con un programma troppo radicale avanzate dai suoi omologhi italiani, Renzi in testa. Ecco come risponde Cremaschi di Potere al Popolo: Il Manifesto del Labour prevede: vaste nazionalizzazioni, sanità scuola università pubbliche gratuite, tasse ai ricchi, controllo sui capitali, riconversione ecologica, riduzione dell’impegno NATO e taglio al nucleare, sostegno ai palestinesi. Quando in Italia un partito con questo programma prenderà il 32% ( i voti della Lega), si potranno dare lezioni a Corbyn.
Passiamo ora alla reazione scomposta di Donald Trump al voto favorevole all’impeachment espresso dalla Camera dei Rappresentanti: un uomo che si è distinto fin dalla campagna elettorale di 4 anni fa per le sue dichiarazioni razziste, misogine e cariche di odio e una volta eletto ha continuato con lo stesso stile, ha dichiarato: “Democratici consumati dall’odio, vogliono annullare le elezioni. Dopo tre anni di caccia alle streghe, bufale, vergogne, truffe, i democratici stasera stanno cercando di annullare il voto di decine di milioni di patrioti americani” e ha accusato l’opposizione di abuso di potere.
Tutto questo detto da chi ha attuato politiche disumane, separando le famiglie di migranti alla frontiera tra Messico e Stati Uniti e mettendo in gabbia dei bambini e da quattro anni alimenta l’odio e la paura per il diverso…
Qui entriamo nel campo del secondo elemento, quello della proiezione, ossia un meccanismo di difesa definito in psicologia arcaico e primitivo, che consiste nello spostare sugli altri sentimenti e caratteristiche propri, accusandoli dei difetti che in realtà ci appartengono. In questo caso, presentarsi come vittima e accusare gli altri dei propri comportamenti.
Lo stesso atteggiamento tenuto dall’ex Ministro dell’Interno italiano Matteo Salvini, un vero campione in questo campo. Carola Rackete lo ha denunciato per diffamazione per la violentissima campagna condotta contro di lei e la Ong Sea Watch, definita “un’organizzazione illegale e fuorilegge” i cui membri sono “complici di scafisti e trafficanti, delinquenti, sequestratori di esseri umani”. E questo sono solo alcuni esempi del linguaggio usato dall’ex Ministro degli Interni nei confronti della Sea Watch e di tutte le altre Ong che salvano vite in mare. Accuse poi riprese dai suoi sostenitori attraverso i social media e nel caso di Carola Rackete anche nella realtà, sconfinando in commenti di incredibile violenza e volgarità. Come dimenticare gli insulti vergognosi che l’hanno accolta allo sbarco a Lampedusa?
Peccato che i veri complici di delinquenti e sequestratori di esseri umani siano proprio i governi italiani che hanno stretto accordi con la Libia (da quello Gentiloni, ai due governi Conte), finanziando la Guardia Costiera che intercetta i migranti e li riporta nell’inferno dei campi di detenzione.
E peccato anche che il tribunale dei ministri di Catania abbia appena chiesto al presidente del Senato l’autorizzazione a procedere per sequestro di persona nei confronti di Salvini per non aver assegnato un porto sicuro alla nave Gregoretti della Guardia costiera italiana. In pratica, bloccando a bordo della nave 131 migranti Salvini ha abusato dei suoi poteri. La stessa accusa avanzata nel caso della nave Diciotti: in quell’occasione l’autorizzazione a procedere venne negata grazie al voto dei 5Stelle, che invece ora hanno dichiarato che voteranno a favore.
Ed ecco la reazione di Salvini, dai toni molto simili a quelli di Trump davanti alla notizia della richiesta di impeachment: Rischio fino a 15 anni di carcere. Ritengo che sia una vergogna che un ministro venga processato per aver fatto l’interesse del suo paese. Sono indagato perché ho difeso la sicurezza, i confini e la dignità del mio paese, incredibile…
Quale antidoto si può opporre allora a questo diluvio di falsità e malafede? Forse basterebbe ricordarsi il grido del bambino “Il re è nudo!” nella fiaba di Andersen. Dire la verità, smascherare complicità, omissioni, viltà, calunnie e menzogne: è questo il compito dei media indipendenti.