Ma è veramente la sovrapopolazione il “problema dei problemi”? Siamo veramente troppi? E se sì, chi sono questi “troppi”? Sempre gli altri? Vediamoci chiaro…
Da tempo ci sono presunti esperti che individuano nella sovrappopolazione il problema dei problemi, siamo troppi dicono. E i troppi ovviamente sono sempre gli altri, noi siamo giusti.
I troppi sono quelli che fanno tanti figli e guarda caso sono quelle popolazioni che razzisti e affini usano per creare ad arte la paura dell’invasione. Le stesse popolazioni per cui fare figli è l’unica speranza di avere qualche possibilità di sopravvivenza, visto che gli abbiamo levato tutto, le abbiamo sfruttate in ogni modo e poi abbiamo pure il coraggio di accusarle di essere il problema. Questa traballante e fragile teoria della sovrappopolazione non tiene conto di alcuni fattori oggettivi.
Innanzitutto non siamo troppi in genere, ma sono troppi quelli che consumano troppo. Un americano medio produce 730 chili di rifiuti l’anno, mangia cento chili di carne, consuma 600 litri di acqua al giorno e brucia energia quanto 160 tanzaniani e 1.100 ruandesi. Quindi chi è di troppo? L’africano o lo statunitense? Risposta assai semplice.
Se c’è chi ha tutto e consuma in maniera spropositata inquinando, utilizzando risorse a non finire, sprecando e c’è chi non fa praticamente nulla di tutto ciò ma fa tanti figli, chi è il problema vero? Anche questa risposta assai semplice ma forse troppo semplice per gli “esperti” che magari nemmeno la capiscono o non la vogliono capire.
Del resto la saggezza di Gandhi è sempre attuale: “La terra ha abbastanza per soddisfare i bisogni di ogni persona ma non l’avidità di ogni persona”.
Altra teoria è quella che non c’è abbastanza per sfamare la popolazione che cresce. Certamente è così ma, se in maniera disastrosa dal punto di vista energetico alimentare, si dà cibo agli animali per poi mangiare gli animali è ovvio che non ce ne è per tutti, lo capirebbe chiunque. Se invece si desse direttamente quel cibo alle persone, non solo si sfamerebbe tranquillamente tutto il pianeta ma avanzerebbe pure per altri.
Chi parla di sovrappopolazione probabilmente non conosce o non ha mai studiato nulla circa lo spreco di cibo che ha proporzioni gigantesche, autentico crimine contro l’umanità.
Inoltre con le moderne tecnologie agricole che usano massicciamente la chimica, di sicuro la fame e l’inquinamento sono destinati ad aumentare, non essendo una agricoltura pensata per sfamare la popolazione ma solo per ottenere profitto. Con tecnologie appropriate, sistemi agricoli biologici, attraverso la permacultura e varie altre metodologie simili di coltivazione e gestione del territorio, si ha maggiore produzione e minore inquinamento rispetto all’agricoltura “moderna”.
Come poi provato da tutte le popolazioni occidentali, nel momento in cui vengono migliorate le condizioni di vita, automaticamente si riduce il numero dei figli che si fanno perché non sono più la sola speranza di sopravvivenza. Addirittura in Italia siamo a crescita zero. Quindi se si pensa che il problema sia la sovrappopolazione, basterebbe ridurre drasticamente il consumo di carne, gli sprechi alimentari, diffondere l’agricoltura biologica, le tecnologie appropriate e impegnarsi affinché tutti nel mondo, nessuno escluso, abbiano condizioni di vita degne di questo nome. E questo lo si fa anche redistribuendo la ricchezza e diminuendo le disuguaglianze che sono un vero cancro. Ultimamente poi tra i sostenitori della teoria della sovrappopolazione, prendendo spunto dai cambiamenti climatici, c’è pure chi si spinge a dire che per non pesare troppo sull’ambiente non bisogna fare figli o bisogna comunque limitarsi a uno, o affermazioni del genere.
In questo modo oltre che dire una banalità che non trova riscontri oggettivi, si colpevolizza neanche troppo velatamente chi vorrebbe fare figli come attentatore all’ambiente e al clima. Anche in questo caso il problema non è affatto fare figli o meno, bensì quanto consumisti saranno questi figli ma soprattutto i loro genitori. Colpevolizzare non ha alcun senso, anzi si mette in discussione un diritto e scelta assolutamente libera e naturale come quella di fare figli che sono un elemento di speranza e di vita, non un peso o una preoccupazione per le sorti del pianeta. Ci manca solo che ora, per salvare la natura, si facciano cose contronatura.
L’ambiente e il pianeta non sono minacciati dai figli ma dal consumismo e da un sistema suicida messo in piedi da adulti avidi e senza scrupoli, anzi i giovani ultimamente sono quelli che hanno le idee più chiare su come salvare il pianeta. Quindi ben vengano figli e genitori consapevoli e che allevino i loro figli ad essere ecologicamente leggeri, perché ci manca pure che in un momento cruciale come questo che stiamo vivendo, si rinunci alla vita e alla speranza. Chi vuole fare figli li faccia, chi li ha fatti e vive con attenzione e consapevolezza, non si senta in colpa, non sono certo loro i responsabili della situazione attuale.