Ieri al Campus Einaudi di UniTo si è tenuto un incontro nell’ambito del ciclo seminariale Università contro la guerra di Erdogan.
Murat Cinar, giornalista, scrittore e firma di Pressenza, ha spiegato come la lotta al terrorismo giustifichi quella che ormai, citando Noam Chomsky, è una guerra (a tutti gli effeti) permanente.
L’efficacia di una propaganda ormai ben sperimentata e organizzata in Turchia, ha permesso di intraprendere l’invasione del nord della Siria, la regione del Rojava, col beneplacito di tutto il parlamento turco che ha votato compatto, gli unici che hanno votato contro sono stati gli esponenti del Partito Democratico dei Popoli.
Murat Cinar ha sottolineato che il confederalismo democratico applicato nel Rojava dai curdi, sistema sviluppato da Abdullah Ocalan, leader del PKK condannato all’ergastolo e detenuto in Turchia, le cui basi derivano dalle teorie da Murray Bookchin, non sia visto con favore neanche dai paesi “occidentali”.
In conclusione, ci ha spiegato il relatore, la guerra nel Rojava, invaso dalle truppe Turche, composte in larga maggioranza da contractors, è cominciata per cause interne alla Turchia.