Affrontare la crisi climatica è una delle sfide più importanti del nostro tempo. L’esercito statunitense è il maggiore consumatore di petrolio al mondo e causa più inquinamento da gas serra di 140 nazioni messe insieme. Eppure, il 64% della nostra spesa discrezionale viene dirottato ogni anno verso il Pentagono e le compagnie private di armi con cui il Pentagono stipula contratti continuano a porre il loro profitto a breve termine al di sopra del futuro del nostro pianeta. Il finanziamento di una guerra senza fine è una minaccia esistenziale per la vita umana e una delle principali cause del cambiamento climatico.
Quando le nostre istituzioni investono denaro pubblico in aziende produttrici di armi come Boeing, Lockheed Martin, Raytheon, General Dynamics e Northrop Grumman, stanno sostenendo la macchina da guerra che sottrae fondi pubblici a progetti a beneficio delle nostre comunità e li convoglia in un bilancio della difesa già gonfiato. Inoltre, quelle stesse armi sono un fattore importante nei conflitti che portano alla migrazione dei richiedenti asilo.
Un movimento per disfarsi della macchina da guerra rimuoverà le licenze sociali che permettono alle industrie belliche di compiere una strage dopo l’altra e al bilancio del Pentagono di aumentare ogni anno, anche quando le nostre spese militari superano di gran lunga quelle di tutte le altre nazioni.
Le opportunità di disinvestimento dalla macchina da guerra abbondano. Le città, i fondi pensione pubblici e le università investono soldi pubblici in società private che spesso includono industrie belliche e i politici accettano spesso contributi per le campagne elettorali da parte dei produttori di armi. Insieme possiamo chiedere loro di ritirare questi investimenti e affermare che è moralmente inaccettabile costruire le nostre comunità sopra i conflitti globali. Allo stesso tempo dobbiamo esigere che le nostre risorse pubbliche vengano investite in progetti con un impatto positivo sulle nostre comunità, a cominciare da una risposta rapida alla crisi climatica aggravata da guerre senza fine.
Se vogliamo evitare un disastro climatico, dobbiamo responsabilizzare aziende come la BlackRock, che investe miliardi di dollari nella produzione di armi e milioni di dollari in aziende che alimentano la deforestazione dell’Amazzonia. E se vogliamo ridurre drasticamente le nostre emissioni di carbonio, dobbiamo esigere che le nostre università smettano di investire nella produzione di armi, che le nostre città ritirino i soldi pubblici dalle industrie belliche e che i nostri rappresentanti rifiutino i contributi alle loro campagne elettorali da parte dei produttori di armi.
Agire localmente per disfarsi della macchina da guerra! Affrontare il cambiamento climatico e il militarismo degli Stati Uniti inizia organizzandosi per il cambiamento nelle comunità locali.
Traduzione dall’inglese di Anna Polo