“Uno dei desideri più profondi del cuore umano è il desiderio di pace e stabilità – spiega Francesco – Il possesso di armi nucleari e di altre armi di distruzione di massa non è la migliore risposta a questo desiderio; anzi, sembrano metterlo continuamente alla prova. Il nostro mondo vive la dicotomia perversa di voler difendere e garantire la stabilità e la pace sulla base di una falsa sicurezza supportata da una mentalità di paura e sfiducia, che finisce per avvelenare le relazioni tra i popoli e impedire ogni possibile dialogo”.
Il Papa cita l’enciclica Pacem in Terris, scritta nel 1963 da Papa Giovanni XXIII che chiedeva la proibizione delle armi atomiche e che spiegava come una pace internazionale possa passare solo attraverso la “fiducia reciproca”. Ma parlando di Nagasaki, città “testimone delle catastrofiche conseguenze umanitarie e ambientali di un attacco nucleare” e dello spreco di risorse per la corsa agli armamenti, prosegue sottolineando che i finanziamenti di guerre e armi potrebbero essere investiti diversamente, “a vantaggio dello sviluppo integrale dei popoli e per la protezione dell’ambiente naturale”. Una citazione diretta a una sua enciclica, la Laudato sì, sullo sviluppo umano integrale.
Nello scorso luglio, i vescovi del Giappone hanno lanciato un appello per l’abolizione delle armi nucleari, e in ogni mese di agosto la Chiesa giapponese celebra un incontro di preghiera di dieci giorni per la pace. “L a Chiesa Cattolica – dice Francesco davanti a 35mila fedeli – è irrevocabilmente impegnata nella decisione di promuovere la pace tra i popoli e le nazioni: è un dovere per il quale si sente obbligata davanti a Dio e davanti a tutti gli uomini e le donne di questa terra. Non possiamo mai stancarci di lavorare e di insistere senza indugi a sostegno dei principali strumenti giuridici internazionali di disarmo e non proliferazione nucleare, compreso il Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari”.