I drammatici fatti legati all’omicidio di Luca Sacchi a Roma, presumibilmente avvenuto per una questione di droga, mi hanno indotto a riflettere sulle ragioni per cui le sostanze stupefacenti sono così necessarie alla nostra società. Certo, perché sembra che senza di queste proprio non si riesca a stare. Parlo di tutti i tipi di droga, dall’uso eccessivo di medicinali, sino alle peggiori sostanze sintetiche, come il Crack.
Ricordate l’ex parlamentare di Centrodestra Carlo Giovanardi? Sì, quello che dichiarava che, dal suo punto di vista, la droga è droga, senza distinzione tra leggera e pesante. Chiaramente, anche se la sua intenzione non era quella di cogliere l’occasione per una riflessione esistenziale, quanto avallare una visione punitiva, io mi sento di concordare con quella posizione, ovviamente con la volontà di approfondire il tema.
Sono cresciuto frequentando, negli anni 70, il Parco Rignon. Per chi è di Torino il ricordo di ciò che significava all’epoca quel luogo, è ancora molto chiaro. Esistevano due tipi di frequentatori: bambini con genitori o nonni e tossicodipendenti. Tra le due fazioni si era instaurato una sorta di tacito accordo che consisteva in una reciproca convivenza che non invadesse l’uno il campo dell’altro. Non ricordo una sola volta in tanti anni, che un tossicodipendente in maniera alcuna, avesse infastidito noi bambini. Forse si trattava di direttive chiare da parte del pusher padrone di quella piazza, un trentenne gonfio e livido, conosciuto col nome di “il Professore!”.
A volte, nel bel mezzo di un pomeriggio di giochi, all’interno del parco irrompeva un’ambulanza e subito dopo un’auto della Polizia. Un altro ragazzo era rimasto vittima di overdose nei bagni. Forse è per questo che non mi sono mai avvicinato alle droghe, proprio perchè, quelle esperienze e quelle immagini, non sono mai riuscito a levarmele dalla testa. Andando avanti negli anni e con l’aumento sociale del fenomeno, mi sono sempre interrogato sulle ragioni che portano una persona a ridursi in quel modo, sino alle estreme conseguenze.
“Ma sì, mi faccio una cannetta ogni sera prima di andare a dormire per rilassarmi”. Penso che questa frase molti di noi l’abbiano sentita almeno una volta. Il dramma è che a dirla non è un ragazzino di sedici anni, ma un adulto di trenta, quaranta e addirittura cinquant’anni. Che tristezza! Che vuoto e che nulla. Certo ognuno può fare ciò che vuole e non si tratta di fare del falso moralismo, ma la domanda di cui sopra, è sempre più attuale e ancora senza risposta: “Perchè ti droghi?”
Perchè le persone che sentono la necessità di assumere sostanze stupefacenti, sono sempre di più? L’Istat ha stimato 6,2 milioni di utilizzatori di cannabis, un milione quelli che usano cocaina, 285mila gli eroinomani e 590mila i drogati ‘chimici’ di ecstasy, Lsd, amfetamine. Da 27.718 del 2015 a 38.613 del 2017, +39%. È l’aumento dell’uso di droga fra i minori: quadruplicato il consumo, che è raddoppiato per gli adulti. Dal 2016 sono aumentati i decessi correlati alla droga, soprattutto per eroina. Il primo contatto con le sostanze per 1 ragazzo su 2 è avvenuto entro i 14 anni.
Numeri importanti e sconvolgenti, ma che in ogni caso continuano a non rispondere alla nostra domanda. Allora cerchiamo di dare un’interpretazione.
Quando si è giovani si sa la voglia di trasgredire, di sperimentare e di lanciarsi oltre un limite prestabilito è fortissima. E’ un momento della vita in cui, per la prima volta, si hanno a disposizione possibilità enormi in relazione alla fascia d’età precedente, quella dell’infanzia. La sigaretta ti dà un tono, facendoti atteggiare come un adulto, anche se sei quanto di più distante da un adulto. Certo, “la sigaretta è solo la sigaretta, mica è pericolosa”, continuano a ripetersi tutti, avvallati in questo assunto da genitori che fumano, amici che fumano e tutti che fumano. Insomma, è partita la credenza che, se lo fanno tutti, in fondo è giusto, e poi che palle questi che ti dicono che fumare fa male e ti puntano il dito contro. Ottimo, ne riparliamo fra trent’anni, quando la moda si è trasformata in patologia.
Ok, è solo fumo di sigaretta, non vorrai per caso fare il moralista? Poi, un bel giorno, il tuo compagno delle superiori ti becca nel corridoio e ti apre in tutto segreto, un clinex con dentro una cosa marrone scuro che sembra il dado Knor che trovi in alto a destra nel frigo di casa tua. Allora chiedi al tuo amico che già come te è un fine tabagista: “Cazzo è sta roba?” e lui con la smorfia da super grande, scafato e un po’ malandrino risponde: “Fumo! Sta roba spacca! Ci vediamo in piazzetta dopo la scuola (o al Parco Rignon, tanto ne esiste sempre uno in tutte le città).
Sulla panchina, insieme ad altri quattro che nemmeno gli cresce ancora la barba, lecchi, rolli, sbricioli e tiri. Piano, piano stai facendo il tuo glorioso ingresso nel mondo delle droghe. Torni a casa con un alito da cammello e tua madre che ti vede bianco, con delle occhiaie blu fino agli zigomi e con una voglia di ridere per tutto, ignara ti domanda: “Stai bene?” E tu benedici il fatto che quella donna di mezza età non legge un libro da vent’anni.
Certo, certo. Chi non si è fatto almeno una canna nella vita? Poi tanti bla, bla, tante frasi fatte e tante altre canne fumate; fin quando, quel capodanno, non ti viene voglia di provare, sempre con quegli altri tre amici, qualcosa di più eccitante, così, tanto per sapere fin dove l’immaginazione mista alla temerarietà dell’età, si può spingere. Cocaina! Questa sì che è un’idea! Minchia che capodanno raga! Tanto i prezzi sono scesi negli anni e adesso puoi acquistarne un grammo con una spesa che va dai 44 agli 88 euro. Un affarone, poi dividiamo le spese.
Sì, fu proprio un capodanno da ricordare quello che ti diede i natali come tossicodipendente. Certo, ma alla fine, perchè il nostro fantomatico personaggio dopo tante scorribande, ha ceduto e si è trasformato in un drogato? Alcuni potranno dire che questa ricostruzione è troppo facile. Può darsi, ma tanti ci sono cascati e continuano a cascarci in questo modo. Quando accade e finalmente il genitore distratto se ne accorge, ecco che, prima di ogni altra cosa, scatta l’autodifesa ad oltranza:” Sono state le cattive compagnie!”, “Da quando lo ha lasciato la ragazza, non è stato più lo stesso”, e come dimenticare “Lo hanno licenziato e si è perso!” Tutto esterno, tutto sugli altri e tutto terribilmente già scritto. I genitori, il tossico, la ragazza, gli amici e il lavoro, nessuno ha colpe e la presa di responsabilità diventa la più grande delle utopie.
Il fatto è che, qualcuno dovrà assumersi queste benedette responsabilità, oppure vogliamo credere che una vita devastata dalla droga, sia frutto del caso? Niente, i cuori e le menti rimangono ben chiuse. Che fare, quindi, di fronte a questa chiusura e a questi muri che danno sicurezza? Sembra chiara la volontà di un passo evolutivo da ogni parte. Eggià, adesso ci mettiamo a parlare di grandi numeri, della gente in generale e di come il mondo si deve cambiare. Il tema è lì, a portata di mano. Quando si pensa al cambiamento, le immagini sono sempre quelle: folle oceaniche di persone che si svegliano tutte insieme e tutte nello stesso momento, inondando le piazze di ogni città. Certo è accaduto nella storia, ma quando la storia cambia veramente, la storia non si ripete mai, Allora nasce la necessità di pensare che io stesso posso essere cambiamento e che dalle mie azioni posso cambiare la realtà. Quando di fronte a quel panetto e a quel grammo di coca dico no, ho già cambiato il mondo; quando invece di lasciarmi andare alla noia e alla pericolosità dell’abuso dei social, esco e prendo una boccata d’aria, ringraziando di essere vivo, in forze e padrone del mio futuro, ho già cambiato il mondo; e ho cambiato il mondo quando non accetto tutto come realtà indiscutibile e mi ammalo del meraviglioso virus della curiosità.
Se amo l’esistenza e tutte le sue sfumature, se divengo un’assetato di conoscenza e mi intriga il cammino umano che mi ha portato fino a qui e se amo la realtà che costruisco, sarà molto difficile che la droga bussi alla mia porta. Non ce ne sarà bisogno, perchè le cose da fare e da imparare saranno talmente tante da generare un tale entusiasmo capace di sostituire quello che nelle droghe falsamente molti cercano come succedaneo di tutto questo.
Una società si ammala per scelta, quando il senso si allontana e l’oblio lo vuole sostituisce. Si tratta sempre e comunque di una questione di scelte.