Comunicato del Movimento di donne indigene per il buon vivere sui fatti in Bolivia e Cile.
Dal Movimento delle donne indigene per il buon vivere rendiamo pubblico il nostro ripudio rabbioso e carico di dolore per tanto sangue versato, sia in Cile che in Bolivia.
Rifiutiamo categoricamente il colpo di stato in Bolivia. Il presidente Evo Morales si è dimesso a causa della sanguinaria e razzista caccia della destra imprenditoriale fascista. Tuttavia sappiamo che un presidente può dimettersi dalla carica, ma il popolo non rinuncerà ai suoi sogni. Non si tratta di un uomo, si tratta di una lotta che ha illuminato il mondo, che ha portato le voci millenarie degli antenati indigeni, una lotta che ha sollevato la wiphala, e che ha portato Evo alla presidenza. I popoli indigeni della Bolivia ricorderanno ancora una volta il loro potere e questo sanguinoso trionfo della destra sarà fugace.
Ironia della sorte, il presidente che tutti gli indoamericani vogliono che si dimetta non si è dimesso. Piñera, in Cile, nonostante le morti, le torture, gli stupri, le sparizioni, le ferite, rimane arrogante e indolente sulla sua poltrona presidenziale, stolto, freddo e sinistro. Non si dimette a causa della pressione degli affari che lo costringe a rimanere. Il modello neoliberista cileno, vincente fino a poco tempo fa, non può cadere, lo dicono a se stessi i mentori della morte che dominano il mondo. Ma cadrà, perché ci sono popoli con dignità ed energia tellurica che muovono con forza le radici di secoli di ingiustizia; lì nel Ngulumapu, la nazione Mapuche ha versato troppo sangue e questo ha innaffiato i semi di tutte le ribellioni, risvegliando il popolo cileno e i popoli del sud del mondo.
Noi, Donne Indigene del mondo, dobbiamo unirci e lottare con spiritualità e saggezza, perché solo così vinceremo.
Qui c’è un solo continente, che ha un solo cuore che batte, quello della Mapu, Pacha, Tierra. Noi siamo quelle che danno e quelle che formano i modi di vivere. Questo è il nostro tempo, il tempo della nostra lotta; la forza, il Newen di questi popoli degni, alimenta la nostra speranza, ma dobbiamo manifestare la nostra solidarietà, uscire, marciare, gridare, camminare, combattere, non lasciar sole le nostre sorelle del Tawantisuyo e Wallj Mapu (del Cile e della Bolivia).
La plurinazionalità dei territori non ha bisogno di autorizzazioni. Abbattiamo i confini, la solidarietà si espanderà senza barriere. Né il potere delle chiese né quello dei militari piegheranno la lotta per una vita giusta, dignitosa e diversificata in ogni territorio.
Da tutti i territori indigeni delle 36 Nazioni argentine, le donne del Movimento per il Buon Vivere abbracciano il popolo boliviano, il popolo cileno, i popoli oppressi e in lotta con i nostri cuori ribelli e solidali. Lanciamo un appello per stare in guardia e impedire che la destra fascista realizzi le sue minacce di massacri nei confronti dei popoli indigeni.
Traduzione dallo spagnolo di Silvia Nocera