“Con il 35% dei voti, Bogotà elegge la prima sindaca della storia del Paese. “Una vittoria femminista che scomoda profondamente l’establishment conservatore della Colombia, mentre il presidente Duque e Uribe vengono sconfitti duramente a livello nazionale”. Questa, da Bogotá, la dichiarazione di Cristiano Morsolin, esperto di Human rights Defend sull’esito delle elezioni regionali e comunali in Colombia del 27 ottobre, elezioni che hanno visto l’avanzamento delle forze sostenitrici del processo di pace dell’Havana. Processo di Pace siglato nel 2016 tra la guerriglia colombiana delle FARC e atteso dal 2012.
“Claudia López – continua Morsolin – è politologa, investigatrice sociale con studi alla Columbia University, negli Usa. È stata più volte minacciata di morte per le denunce sulla corruzione e narco paramilitarismo presentate attraverso la sua fondazione Nuevo Arcoiris. Tre suoi libri aiutano a capire il legame criminale tra la ‘ndrangheta calabrese e il comandante paramilitare di origini italiane, Salvatore Mancuso, che l’anno prossimo uscirà dal carcere, negli Usa, e potrebbe rivelare verità inquietanti anche al procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, che aveva chiesto l’estradizione in Italia nel 2007”.
Dunque giorni intensi e di speranza di pace in Colombia.
La nuova sindaca si ispira all’ex sindaco pacifista e attuale senatore Antanas Mockus, con la rivoluzione dell’educazione simboleggiata dalla matita. Ha concluso un processo di alleanza di centrosinistra con il Polo Democratico (il cui leader è il senatore Iván Cepeda, amico di Don Ciotti e collaboratore di Libera) e ha immediatamente dichiarato la volontà di collaborare con Holman Morris, terzo per voti a Bogotá con 14%, rappresentante della sinistra di Colombia Humana di Gustavo Petro.
Il centrosinistra, le alleanze e i candidati indipendenti quindi sono i vincitori delle elezioni, mettendo in seria difficoltà la destra di Uribe e Duque. La situazione comunque sia è ancora a macchia di leopardo.
Ma novità arrivano anche da città importanti come Medellìn, spiega Morsolin: “Addirittura a Medellín, da sempre feudo dell’ex presidente Uribe – che negli anni ‘80 ha fondato le cooperative di sicurezza privata Convivir per difendere i latifondisti dalle incursioni delle guerriglie, poi diventate bastione del paramilitarismo – vince il giovane candidato indipendente Daniel Quintero, con l’appoggio di Petro. Il movimento progressista Colombia Humana vince a Santa Marta (con il neogovernatore Carlos Caicedo), a Cali, a Buenaventura, nel Cauca con Mercedes Tunubalá, prima donna indigena eletta a Silvia, poco lontano da Toribio, dove nel 1986 è stato assassinato il primo sacerdote indigeno, padre Alvaro Ulcué”.
Una delle grandi e vistose sorprese nelle elezioni della passata domenica 27 ottobre, si è vissuta nel municipio di Silva, montagne del Cauca, regione del Pacifico. Si tratta di Mercedes Tunubalá Velasco, anche conosciuta come ‘Mamá Mercedes’, che rappresenterà tutta la sua comunità indigena dei Guambia.
Nella fredda e affascinante cittadella di 31000 abitanti Mercedes Tunubalà Velasco assicura che la sua priorità sarà unire la comunità “tessendo un governo per la vita”.
Dopo essere stata eletta con 4.226 voti “Mamma Mercedes” è andata a incontrare una moltitudine di persone nel centro di questo municipio, ringraziando per l’appoggio.
“Tutti sappiamo dell’importanza di questo processo ancestrale e la lotta che stiamo portando avanti per i nostri diritti e quelli della comunità di Silvia in generale”; alla nuova sindaca toccherà affrontare le sfide relazionate alla violenza e ai progetti di nuove infrastrutture.