I governi di Argentina, Cuba e Venezuela hanno definito un colpo di Stato i fatti che in Bolivia hanno portato ieri sera alle dimissioni del presidente Evo Morales.

Secondo il capo di Stato dell’isola caraibica, Miguel Diaz-Canel, a La Paz c’è stato un attacco “violento e vigliacco” contro la democrazia. Sulla stessa linea il presidente venezuelano, Nicolas Maduro. “Condanniamo in modo categorico – ha fatto sapere il capo dello Stato via Twitter – il golpe contro il nostro fratello presidente”.

Alberto Fernandez, eletto alla guida dell’Argentina il mese scorso, ha denunciato invece la “violenza che ha impedito a Morales di concludere il suo mandato e alterato il processo
elettorale”.

Sempre nella serata di ieri il Messico ha comunicato di essere pronto ad accordare a Morales asilo politico. Sulle mosse dell’ormai ex presidente, però, molto resta da capire. Fonti concordanti hanno riferito che dopo aver lasciato la capitale in aereo ha raggiunto la città di Cochabamba, roccaforte dei sindacati di “cocaleros” suoi sostenitori. Secondo il quotidiano ‘Clarin’, però, funzionari del governo di Buenos Aires hanno confermato un’intenzione di Morales di recarsi in Argentina.

A La Paz l’opposizione festeggia. Secondo Carlos Mesa, risultato secondo dietro Morales alle elezioni contestate del mese scorso, a costringere il presidente alle dimissioni è stato “l’eroismo di una resistenza pacifica”.