Oscar Camps, fondatore della ONG Open Arms, ha convocato oggi una conferenza stampa nel porto di Badalona per denunciare cosa sta accadendo in questi giorni nel Mediterraneo centrale.
“Ieri sera – racconta – l’Open Arms si trovava in zona Sar maltese, dopo essere partita dal porto di Siracusa per la sua sessantasettesima missione. Ci siamo accorti che almeno 3 assetti aerei stavano sorvolando una zona più a Nord e abbiamo capito che stava accadendo qualcosa.”
La nave della ONG si reca dunque un miglio più a nord e avvista le luci di un’imbarcazione in legno in precarie condizioni di navigazione con 44 persone a bordo, tra cui 4 donne e 2 bambini piccoli.
Dalle autorità maltesi, immediatamente allertate, arriva l’indicazione sconcertante di non intervenire e di lasciare che l’imbarcazione raggiunga in autonomia le coste italiane.
“Abbiamo messo in sicurezza le persone passando loro i giubbotti salvagente – continua Camps – e abbiamo fatto presente che l’imbarcazione non aveva sufficiente benzina per raggiungere Lampedusa e che le sue condizioni non permettevano un viaggio così lungo”.
Dopo alcune ore di attesa e senza ricevere più alcuna indicazione da parte delle autorità maltesi, la ONG effettua il trasbordo delle persone in pericolo sulla Open Arms e rimane in attesa di istruzioni.
“E’ una vergogna quello che sta accadendo nel Mediterraneo centrale. Si tratta di un tratto di mare sorvegliato e monitorato, ieri c’erano almeno 3 assetti aerei che perlustravano la zona. La verità è che si sa tutto, ma nessuno interviene, le persone si lasciano morire senza che venga prestato loro soccorso.”
L’indicazione che arriva da Malta è che sarà una motovedetta della Guardia Costiera italiana a intervenire, cosa che in realtà non accade.
“Mentre attendevamo risposte da Malta, un terribile naufragio ha avuto luogo davanti alle coste di Lampedusa ed è incredibile che nessuno ci abbia allertati. Quelle persone, quei bambini potevano e dovevano essere salvati.”
Intanto oggi inizierà il vertice dei ministri europei a Lussemburgo che dovranno decidere se ratificare o meno la bozza di accordo siglata il 23 ottobre a Malta.
“In quel documento si parla di segnali luminosi, di trasponder spenti, di pull factor, tutte cose false, dimostrate da studi e dati. Presenteremo, insieme alle altre ONG, degli emendamenti perché non è tollerabile che si continui a mettere sotto processo il nostro lavoro quando siamo gli unici a proteggere e salvare vite in mare.”
L’Open Arms si sta intanto dirigendo verso Malta e attende di poter far sbarcare in sicurezza i 44 naufraghi a bordo che hanno bisogno di cure e assistenza immediata.