La scorsa settimana ho assaporato uno stupendo stufato di cozze, accompagnato da un eccellente contorno di patatine fritte, a Molenbeek, uno dei 19 Comuni che compongono l’aggregato della Regione di Bruxelles.
Si tratterebbe di una cosa normale in un Paese che delle “Moulles et frittes” (Cozze e patatine) ha fatto il proprio piatto nazionale se non fosse che non ho cenato al ristorante ma ho semplicemente partecipato ad un “Aperò” presso un Centro Sociale. Si tratta di quelle strutture che qui da noi chiamiamo “Centri Anziani” o, burocraticamente, “Centri Territoriali d’Incontro”.
Ma non è dell’abbondante porzione di cozze ricevuta (dietro contributo di soli cinque euro) che vi voglio parlare. Bensì del locale dove lì ho gustati e di chi lo gestisce.
Quando noi pensiamo ai “Centri Anziani” pensiamo a quelle salette comunali dove, durante la settimana, una decina d’anziani passano il tempo a giocare a briscola e, magari, il sabato si “scatenano” (avviene veramente) in interminabili balli lisci accompagnati dall’immancabile DJ pagato naturalmente “a nero”.
Questo è vero da noi.
A Molenbeek, comune a forte presenza straniera ed islamica, invece, presso il “Centre Communautaire Maritime (CCM)” si sviluppa un intenso programma d’attività sotto la guida dell’immancabile ASBL (sigla che tradotta dal francese vuol dire ONG).
Si perché qui, a Molenbeek, come altrove, i “Centri Sociali” non sono abbandonati a se stessi ma sono gestiti professionalmente dai “volontari” delle ONG chiaramente sovvenzionati dal Comune ed altri Enti vari.
Nel quartiere “Maritime” di Molenbeek il progetto del “Centre Communautaire” va avanti da oltre una decina d’anni con l’intento, spiegano sul proprio sito web, di «rafforzare la coesione sociale attraverso un’azione comunitaria partecipativa».
In particolare, si legge ancora sul sito web, l’associazione svolge attività mirate ad «incoraggiare gli scambi e gli incontri tra residenti, sostenere le attività degli abitanti in una logica di appropriazione, avviare attività in risposta alle esigenze del quartiere».
All’atto pratico, oggi l’Agenda delle attività proposte dal CCM di Molenbeek propone: proiezioni di documentari, “Aperò” (cene) che permettono di assaggiare le “diversità” dei sapori delle cucine dei vari abitanti di Molenbeek, visite guidate ad eventi cittadini e musei, laboratori di cucito, di cucina per i ragazzi, d’arte (musica, pittura), di lingua, di piccole riparazioni. Ma anche: passeggiate in bici, corsi di auto-difesa e di dopo-scuola, mercatini dell’usato.
La cena (“Aperò”), cui ho partecipato assieme ad un centinaio di persone, adulti ma anche ragazzi e bambini, è stata sicuramente un’occasione d’incontro, di conoscenza, di allegria, di scambio di opinioni.
Sono questi incontri, aperti a tutti, non “chiusi” ai “tesserati” del Centro, che consentono di creare quei legami di fiducia che “creano” la Comunità, il “rispetto” verso il proprio quartiere, non certo le ordinanze sindacali o le sanzioni poliziesche.
Qui a Molenbeek l’hanno capito. L’Amministrazione comunale l’ha capito da tempo. E altrove? Da noi?