Le settimane di Ribellione Internazionale hanno attirato l’attenzione di tutto il mondo sull’emergenza climatica ed ecologica, portando la crisi sotto i riflettori dei media e dell’opinione pubblica come mai prima d’ora. [1] Più di 3.000 persone globalmente hanno scelto di farsi arrestare per protestare contro l’inazione dei loro governi per far fronte all’emergenza.
Anche in Italia la ribellione ha dato vita a conversazioni finora assenti. I movimenti giovanili come Fridays for Future guardano alle nostre strategie con favore [2] e i movimenti pacifisti hanno manifestato il proprio supporto [3], mentre in Senato e su certi giornali abbiamo assistito ad un inasprirsi del negazionismo climatico, che invariabilmente ammanta enormi interessi economici di false argomentazioni scientifiche, e il governo usa termini roboanti come “Decreto Clima” per mascherare una sostanziale inazione nel campo della riduzione delle emissioni climalteranti e del contrasto alla crisi ecologica. Gli attivisti italiani dal 3 al 14 ottobre si sono riuniti a Roma, hanno creato legami, consolidato la fiducia gli uni negli altri, fatto formazione e iniziato quel percorso di dissenso nonviolento che porterà anche in Italia la disobbedienza civile di massa.
In Piazza Montecitorio 10 attivisti hanno portato avanti uno sciopero della fame durato 7 giorni, supportati dall’affetto degli altri attivisti e contornati da performance teatrali e visive ma nell’indifferenza quasi totale delle alte cariche istituzionali.
Sono state svolte a Roma le prime assemblee cittadine, con il contributo di scienziati come Jacopo Simonetta, Ugo Poce, ex magistrati come Gianfranco Amendola, economisti come Giuseppe De Marzo. Con la guida di maestri di meditazione si sono svolte pacifiche meditazioni di gruppo, oasi di consapevolezza in mezzo al traffico cittadino.
Più di 150 biciclette adornate con i simboli di XR hanno formato una critical mass che ha intasato il traffico del centro città per più di tre ore. Un corteo colorato e fatto di persone di tutte le età ha raggiunto gli altri movimenti cittadini al Lago Ex Snia.
A Londra, dove il movimento era alla sua terza grande uscita pubblica, la risposta del governo e delle autorità è stata repressiva, la confisca preventiva delle strutture per le persone con disabilità ha reso molto più difficile l’accessibilità e l’inclusività delle azioni di protesta. Gli ordini restrittivi emessi dalla polizia hanno reso impossibile la presenza di coloro che si trovavano in situazioni più vulnerabili. Nonostante ciò, grazie all’ingegnosità e alla creatività degli attivisti, più di 30.000 persone hanno preso parte alle azioni per le strade di Londra, provenienti da tutti gli strati della società. Fra gli attivisti ci sono stati gruppi di avvocati, neo madri con i loro bambini, ex ufficiali di polizia, scienziati, musulmani, buddhisti, cristiani, ebrei, insegnanti, dottori, elettricisti, nonni, studenti e giovanissimi, artisti, musicisti, scrittori… E persino contadini che si sono affiancati agli attivisti per i diritti animali. Nell’ultimo giorno di mobilitazione più di 20.000 persone hanno sfilato per una marcia del dolore, incuranti del bando delle autorità di polizia. Sono state spruzzate con il gesso spray sugli ingressi dei Ministeri delle mani scarlatte, volendo veicolare il messaggio che i Ministeri sono stati colti in flagrante nella loro inazione criminale di fronte all’emergenza. I ribelli hanno cosparso di gesso rosso anche i loro palmi per esprimere che siamo tutti complici dell’ingiustizia climatica a causa del sistema tossico ed ecocida di cui facciamo parte.
Extinction Rebellion sceglie talvolta di intraprendere azioni di disobbedienza civile che disturbano la vita quotidiana delle persone. Chi partecipa attivamente a queste manifestazioni comprende perfettamente la rabbia e la frustrazione che ne conseguono, ma sa anche che non esiste altro modo per spingere la politica affinché qualcosa venga fatto, affinché venga portata acqua a questa casa in fiamme.
Tuttavia, non tutte le azioni di protesta nonviolenta sono state un successo, alcune, anzi, sarebbero state da evitare del tutto. La motivazione degli attivisti, però, è sempre e comunque stata la paura per il futuro di tutti e di tutte le generazioni future, del pianeta intero e di tutti gli esseri viventi.
Molte delle stesse voci che sono emarginate ed escluse dalla società non vedono Extinction Rebellion come il proprio movimento. Molti sono così preoccupati di riuscire a sfamare se stessi e la propria famiglia, o dal vivere in condizioni di insicurezza sociale che il messaggio di XR pare loro troppo lontano, che non li riguardi o che un impegno nel movimento sia fuori dalla propria portata.
Extinction Rebellion dovrà impegnarsi ancor di più nell’ascolto di tutti, di chi sceglie di unirsi al movimento come di chi non lo fa, delle sue motivazioni. Perché la crisi ecologica riguarda tutti, anche se non colpirà ugualmente tutte le fasce della popolazione mondiale. Chi vive già ora in condizioni di difficoltà economica o di disparità sociale vedrà le proprie condizioni peggiorare con il deterioramento dello stato di salute del Pianeta. Centinaia di migliaia di persone in molte parti del mondo stanno già soffrendo degli effetti della crisi ecologica, gli ecosistemi sono già al collasso. Abbiamo bisogno di tutte le intelligenze e di tutte le capacità e di tutte le energie per porre un freno alla tragedia incombente nel modo più giusto e democratico.
Il nostro è uno stato di ribellione permanente, continueremo a gridare l’allarme sull’emergenza climatica ed ecologica fino a quando non verranno intraprese azioni significative. Esortiamo i governi e le parti sociali ad ascoltare le nostre richieste e a collaborare per proteggere il Pianeta che tutti noi abbiamo a cuore. È tempo di smettere di farsi del male e iniziare a riparare. Extinction Rebellion non resterà a guardare neanche di fronte all’atteggiamento ipocrita delle amministrazioni regionali e locali, che dopo aver dichiarato nelle sedi ufficiali “Emergenza climatica” continuano imperterrite il proprio “business as usual”. Extinction Rebellion ritiene inaccettabili queste politiche di facciata, fatte di proclami a cui non fanno seguito provvedimenti concreti.
A tutti i membri del movimento Extinction Rebellion vuole trasmettere un auspicio: approfittiamo di questo momento di fine mobilitazione per affondare le nostre radici, per spargere i semi di tutto ciò che deve venire e per riportare la nostra esperienza, l’energia di amore e rabbia nelle città in cui viviamo. La ribellione è iniziata.
Extinction Rebellion Italia
Note per gli editori
[1] Analisi di Meltwater della copertura mediatica online di Extinction Rebellion (ad es. Senza stampa, TV, radio ecc.) Dal 5 ottobre al 18 ottobre alle 10:
- 70.087 è il numero totale di hit dei media online a livello globale in cui viene menzionata Extinction Rebellion
- 191.547.047.361 è la potenziale portata del pubblico che Meltwater offre per questa copertura mediatica online (vale a dire il numero di persone che avrebbero potuto essere esposte in base alle cifre stimate del pubblico di ciascun punto vendita che ha pubblicato questo contenuto correlato a XR)
- $ 1.771.652.050 è l’equivalenza del valore pubblicitario che Meltwater offrirebbe per questa copertura mediatica online (AVE misura la dimensione della copertura acquisita e il luogo in cui è collocata e calcola il costo di una quantità equivalente di spazio, se pagata come pubblicità). Elenco dei primi dieci paesi classificati in base al numero di hit dei media online:
- Regno Unito: 26,5 mila
- Germania: 9.236
- Australia: 8.908
- Stati Uniti: 7.349
- Canada: 3.021
- Francia: 2.624