Jane Fonda è un’attivista per la pace e i diritti civili fin dai tempi della sua opposizione alla guerra del Vietnam. Nel 2016 ha appoggiato la battaglia contro l’oleodotto Dakota Access condotta a Standing Rock, nel North Dakota, da un’ampia alleanza di popoli nativi e attivisti e negli ultimi giorni si è unita al gruppo pacifista Codepink per denunciare il legame tra cambiamento climatico e guerre.
Venerdì 11 ottobre è stata arrestata insieme ad altre 16 persone mentre protestava davanti alla sede del Congresso americano a Washington DC., per chiedere misure contro il surriscaldamento climatico.
Ispirata da Greta Thunberg, dagli scioperi studenteschi del movimento Fridays for Future e dall’ultimo libro di Naomi Klein “Il mondo in fiamme. Contro il capitalismo per salvare il clima” l’attrice ha annunciato l’intenzione di trasferirsi a Washington DC. per quattro mesi per concentrarsi sulla lotta al cambiamento climatico, organizzando ogni venerdì davanti al Congresso, con qualsiasi tempo, un’azione diretta incentrata sui diversi aspetti della crisi climatica.
“Questo è l’ultimo momento nella storia umana in cui possiamo fare qualcosa riguardo al cambiamento climatico” ricorda Jane Fonda. “Se non lo faremo, negheremo a milioni di persone un futuro vivibile. Quello che però spesso non si dice è che il Pentagono contamina l’atmosfera con i gas serra più di 140 paesi messi insieme. Finanziare guerre senza fine costituisce una minaccia esistenziale alla vita umana e una delle maggiori cause del cambiamento climatico: per questo è urgente manifestare insieme a Washington DC e denunciare il collegamento tra militarismo e cambiamento climatico”.