Islamofobia: Parigi, poliziotto uccide colleghi? La stampa fa terrorismo!
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A Parigi, dentro la sede della Prefettura, ieri si è consumato un dramma: un poliziotto amministrativo ha ucciso quattro colleghi a coltellate. Mentre si allontanava dal luogo della strage, è stato intercettato da un ulteriore collega che gli ha sparato e lo ha ucciso. Il giornale non utilizza questa parola: ne uso uno più di moda, meno violento: «è stato abbattuto».
Il motivo di questa pazzia? Non è conosciuto. Subiva una sorta di mobbing?
La stampa, alla ricerca di sensazionalismo e click sulla propria pagina web titola: «attacco alla Prefettura».
Del presunto “assalitore” si sa che aveva 45 anni, lavorava in Prefettura da 16 anni, sempre con una condotta tranquilla, era sposato e aveva due figli piccoli. Infine, era pure sordo-muto e pativa un altro piccolo handicap. Un profilo certamente non da “terrorista”.
Però la stampa francese, segnatamente “Le Figaro”, ritiene utile pubblicare la notiziona che lui, lo stragista, 18 mesi fa avrebbe abbracciato la religione dell’Islam. Il giornalista poi annacqua lo “scoop” con «non si sa se c’è un legame tra questa conversione e l’azione criminale».
In una sorta di “doccia scozzese”, ancora, “Le Figaro” aggiunge che la moglie sarebbe stata «fermata» per informazioni. E, indagato tra i vicini di casa, il giornalista avrebbe scoperto un secondo scoop: anche la moglie è sordo-muta e addirittura sarebbe pure «musulmana»!
Col classico “tam-tam” del “copia ed incolla”, anche in Belgio, “Le Soir” riporta la notizia.
Il messaggio avvelenato è stato lanciato. I musulmani sono pericolosi.
La stampa dovrebbe informare, dovrebbe collaborare a formare il cittadino. Oggi la stampa è, spesso, solo un pericoloso veicolo di diffusione di odio e discriminazione.
“Anche la discriminazione anti islamica é violenza“, scrivevo in merito ai dati emersi dallo studio dell’Osservatorio Islamofobia presentato al “Forum sulle violenze urbane e la convivenza civile e la pace” svoltosi a Madrid lo scorso anno.
Gli effetti dell’islamofobia li abbiamo conosciuti a marzo scorso; ricordo, in proposito: “Strage alla moschea di #Christchurch: un pericoloso cocktail di armi e islamofobia“.
Cui prodest questa “informazione“?
Seneca, nella Medea, scriveva: “cui prodest scelus, is fecit”, cioè “colui al quale il crimine porta vantaggi, egli l’ha compiuto“.