Oggi 11 ottobre alle ore 15:45 il Ministro dell’Ambiente Costa ha incontrato in piazza Montecitorio una delegazione di scioperanti della fame e attivisti del movimento nonviolento Extinction Rebellion Italia.
La delegazione ha presentato al Ministro un documento con le rivendicazioni del movimento, allegato al presente comunicato.
Pur considerando positivamente l’interesse del Ministro dell’Ambiente per gli attivisti al quarto giorno di sciopero della fame, il movimento Extinction Rebellion Italia non è soddisfatto delle attuali risposte politiche alla grave crisi climatica ed ecologica in corso.
Extinction Rebellion Italia ritiene il Decreto Clima ieri approvato assolutamente insufficiente rispetto alla necessità di giungere allo zero netto di emissioni entro il 2025 e fermare rapidamente la distruzione degli ecosistemi.
La data del 2025 indicata dal movimento tiene conto di autorevoli studi scientifici e del principio di precauzione nella salvaguardia degli ecosistemi e quindi del genere umano: bisogna fare ciò che è necessario, non ciò che è ‘politicamente possibile’.
Una Hunger Striker dichiara: “Noi continuiamo lo sciopero della fame perché non abbiamo un futuro: i nostri corpi saranno il vostro orologio!”
Lo sciopero della fame continuerà ad oltranza, fino a che la delegazione non verrà incontrata anche dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
Extinction Rebellion Italia richiede dalla politica un approccio coraggioso, rapido e deciso tra cui, uno dei punti fondamentali, è attuare la terza richiesta di Extinction Rebellion: che il governo istituisca e sia guidato dalle decisioni di assemblee di cittadine/i.
Al termine dell’incontro, gli attivisti si sono bendati e hanno inscenato un die-in, a simboleggiare il fatto che le misure previste dal governo non ci salveranno dal baratro a cui siamo sempre più vicini.
# RIVENDICAZIONI DI EXTINCTION REBELLION
(1) Verità sulla situazione: che il governo dichiari l’emergenza climatica ed ecologica;
(2) Azione immediata: che si fermi la distruzione degli ecosistemi e della biodiversità e si portino allo zero netto le emissioni di gas serra entro il 2025;
(3) Oltre la politica: che il governo costituisca e sia guidato dalle decisioni di un’assemblea di cittadine/i sulle misure da attuare e sulla giustizia climatica ed ecologica.
# IN DETTAGLIO
(1) Verità sulla situazione
Chiediamo che il governo dichiari l’emergenza climatica ed ecologica. La dichiarazione è il primo e necessario passo per il raggiungimento della verità.
Chiediamo poi una comunicazione chiara ed esatta sulla reale portata del problema. Occorre aggiornare costantemente i dati, renderli accessibili e largamente diffusi. L’obiettivo è quello di rendere la popolazione consapevole del problema, e per raggiungerlo è necessaria un’autentica volontà di informare. I mezzi di comunicazione, le scuole, le amministrazioni locali, le Università, ma anche i luoghi di lavoro devono agire in maniera sinergica perché la crisi venga percepita in tutte le sue dimensioni: climatica,ecologica ed esistenziale.
Individuato il problema, bisogna capire quali sono le cause. La portata drammatica dell’estrazione sconsiderata di risorse, una produzione irrispettosa degli equilibri della natura sono le ragioni di quest’emergenza non ancora dichiarata. Occorre dunque una riflessione profonda sui consumi, che sono l’altra faccia dell’estrattivismo, che sta spogliando il mondo di una speranza e di un futuro.
Secondo un rapporto della Banca Mondiale del 2018, la catastrofe climatica potrebbe causare 140 milioni di sfollati in Africa subsahariana, Asia e America Latina entro il 2050. Le popolazioni del sud del mondo hanno già pagato e continuano a pagare il prezzo di una crescita sconsiderata. Eppure la crisi è globale e riguarda ogni parte del mondo.
Le conseguenze del nostro stile di vita e del sovrasfruttamento del pianeta dovranno essere comunicate in maniera chiara e precisa: è un dato scientifico che per vivere globalmente come viviamo in Italia ci vorrebbero 2,6 pianeti. Chiediamo che campagne di divulgazione scientifica di alta qualità evidenzino la necessità di uscire dall’illusione della crescita economica infinita su un pianeta finito, di cui abbiamo pericolosamente superato tutti i limiti ecologici.
La verità da comunicare include le conclusioni dell’ultimo rapporto sul “Pianeta Vivente” del WWF e nell’ultimo “Global Assessment” della Piattaforma intergovernativa sulla biodiversità e sui servizi ecosistemici (IPBES) del 2019. Ugualmente, occorre un esplicito riferimento alla perdita di suolo e alla desertificazione (incluso dal penultimo rapporto dell’IPCC “Climate change and land”, del 2019). Le emissioni del sistema agroalimentare globale, inclusa pre- e post-produzione, sono stimate dal 21 al 37% delle emissioni nette di gas a effetto serra antropogenici.
Occorre poi comunicare che anfibi, mammiferi, e moltissime specie animali e vegetali sono a rischio di estinzione. Gli equilibri ecologici potrebbero saltare se scendessero sotto una soglia minima a noi ignota, ma sempre più vicina. La nostra stessa sopravvivenza ne è minacciata.
(2) Azione immediata
Dichiarare l’emergenza non è abbastanza. Occorre un’azione immediata per invertire la rotta.
Bisogna fermare immediatamente la distruzione degli ecosistemi terrestri ed oceanici e della biodiversità. Bisogna portare le emissioni dei gas climalteranti allo zero netto entro il 2025. Occorre una mobilitazione rapida e determinata. Occorre una riconversione dell’economia e della produzione, una riconversione possibile che è già avvenuta in altri momenti della storia. È necessario, è possibile, e lo sarà solo e soltanto se agiamo insieme e con fortissima determinazione ed estrema rapidità.
Alcune soluzioni esistono già e da decenni: dalla “A” di agroecologia per produrre senza pesticidi né fertilizzanti un’abbondanza di prodotti alimentari, fibre naturali e altra biomassa per molteplici utilizzi, inserendosi in armonia nei cicli biogeochimici e all’interno di equilibri ecologici, alla “Z” di “Zero Waste”, per un utilizzo ridotto delle risorse, la non-produzione di rifiuti e il riutilizzo continuo dei materiali.
Fare questo è possibile, imitando e diffondendo le migliori pratiche già sperimentate con successo in tutto il mondo. Fare questo è possibile, cancellando rapidissimamente le politiche incompatibili con la verità di cui al punto 1: per esempio eliminando, gradualmente ma urgentemente, i sussidi ai combustibili fossili, o la detassazione per il cherosene dell’aviazione, trasformando le stesse posizioni ufficiali rispetto al paradigma economico della crescita, applicando soluzioni non solo sostenibili ma rigenerative.
(3) Oltre la politica: Assemblee cittadine
Per affrontare la crisi climatica, ecologica ed esistenziale che stiamo vivendo occorrerà prendere decisioni che comporteranno dei sacrifici. Le decisioni, inizialmente impopolari, dovranno presto diventare condivise e condivisibili. Non accettiamo la narrativa che contrappone le lotte sociali all’emergenza per la salvaguardia del pianeta. Per evitare che a pagare le conseguenze del cambiamento climatico e dei disastri ecologici siano le fasce più vulnerabili della popolazione occorre una più ampia partecipazione al processo decisionale.
Questo modello deriva da una nuova idea di democrazia. Un’idea che si nutre delle teorie della democrazia partecipativa e deliberativa. Crediamo nell’allargamento della partecipazione e nel considerare le preferenze non come posizioni predeterminate, ma come elementi di un processo dialogico, comunicativo e trasformativo che rispetti i principi dell’ascolto attivo e del rispetto reciproco. Si possono così prendere decisioni, che per quanto impopolari, tengano insieme tutti i reali bisogni. Ciò è riconfermato dall’esperienza: diversi sono i precedenti nel mondo in cui le assemblee cittadine hanno deciso su questioni difficili ricomponendo dolorose fratture sociali.
Chiediamo quindi che siano istituite a tutti i livelli decisionali delle assemblee di cittadine e cittadini, con reale potere deliberativo, per riconvertire la società in senso rigenerativo nel rispetto dei principi di giustizia climatica ed ecologica.
Le assemblee dovranno essere costituite per legge e dotate dei necessari finanziamenti e del supporto per funzionare. I componenti delle assemblee cittadine, estratti a sorte attraverso un campionamento stratificato e rappresentativo del corpo sociale, devono comunicare con tutta la sfera pubblica. Deve essere pertanto possibile da un lato assistere ad ogni seduta delle assemblee cittadine e dall’altro lato deve essere garantita la possibilità di avanzare proposte e di essere ascoltati.
Le assemblee ascolteranno la voce dei più autorevoli scienziati. Le assemblee terranno in considerazione anche i pareri e le posizioni dei diversi portatori d’interesse che vi avranno accesso solo in modalità ben definite e in tempi e modi rigorosamente controllati e trasparenti. Le decisioni finali delle assemblee dovranno essere vincolanti e implementate dal Governo per la riconversione della società in senso rigenerativo ed ecologico.