Nel quadro del Festival della nonviolenza e della resistenza civile si è tenuto ieri, presso il Campus Einaudi dell’Università di Torino, la conferenza Europa senza armi nucleari: un sogno realizzabile.
Lo scopo della conferenza, organizzata dal coordinamento di cittadine e cittadini, associazioni, enti e istituzioni locali contro l’Atomica, tutte le Guerre e i Terrorismi, è quello di informare e sensibilizzare sul pericolo delle armi nucleari, uno dei fattori, insieme ai cambiamenti climatici, che potrebbero portare all’estinzione della razza umana. In contemporanea la conferenza ha illustrato il Trattato sul divieto delle armi nucleari, il complesso processo che ha portato alla sua definizione, l’importanza che venga ratificato da almeno cinquanta stati.
Zaira Zafarana (IFOR) ha presentato e moderato la conferenza a nome del Coordinamento
Giovanna Pagani (WILPF Italia) ha introdotto il trattato per la proibizione delle armi nucleari, il processo che ha portato alla sua definizione e l’importanza storica che riveste.
Angelo Baracca (Università di Firenze) ha illustrato il processo storico della corsa alle armi nucleari che, sebbene sia ben lontano dai folli livelli dei primi anni ottanta, rappresenta ancora un grave pericolo per la sopravvivenza dell’umanità e non viene percepito nella sua gravità dall’opinione pubblica e dagli stessi ambienti pacifisti.
Massimo Zucchetti (Politecnico di Torino) ha cercato di illustrare da “tecnico “gli effetti devastanti, in termini di costi umani ed economici, delle armi nucleari, effetti presenti anche nell’ipotesi più ottimistica del loro inutilizzo.
Gian Giacomo Migone (Università di Torino) ha sottolineato l’importanza della pressione popolare per spingere i rappresenti politici a posizioni di rottura rispetto ai poteri forti ed all’apparato militare industriale che hanno interesse a mantenere alto il livello di dotazione nucleare in particolare e la spesa militare in generale
Grazie alla preparazione dei relatori ed al loro racconto, gli scopi informativi della conferenza sono stati pienamente raggiunti ed i partecipanti sono usciti dall’aula universitaria più informati e motivati: verso la fine relatori e platea hanno discusso sui modi per riportare le istanze del disarmo nucleare al centro dell’attenzione e della mobilitazione sociale, malgrado l’evidente disinteresse dei media e le pressioni del comparto militare-industriale per mantenere lo status quo.
Tra le attività proposte, la definizione di eventi locali all’interno della marcia mondiale per la pace e la nonviolenza e la presa di contatto con i nuovi movimenti ambientalisti.